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mercoledì 3 agosto 2011

A guardia di un principio: l’equità

On. Antonio Palagiano

Tagliare i costi della politica è senza dubbio uno dei primi e più importanti passi per dare un doveroso contributo all’economia italiana. Ed è un segnale che il mondo politico ha il dovere di lanciare ai cittadini cui chiede sempre maggiori sacrifici. Per farlo concretamente deve contenere i costi, eliminare gli enti inutili come Province e comunità montane (balneari), accorpare i piccoli comuni (così some chiedono di fare con i piccoli ospedali) e svuotare il proprio carrozzone dai numerosi – e spesso sproporzionati – privilegi di cui gode. Su questo non ci possono essere rinvii, dubbi o tentennamenti. Nel nostro Paese, il divario tra gli stipendi della maggior parte degli italiani e quelli della cosiddetta “casta”, è troppo elevato ed intervenire sui vitalizi dei parlamentari è, ormai, prioritario. Il Governo attuale, però, non pensa neanche lontanamente di intervenire su questo versante ed ha, anzi, impiegato pochissimo a bocciare un ordine del giorno (9/DOCVIII-N6/5 del 21 settembre 2010) dell’Idv che proponeva l’immediata sospensione dei vitalizi oppure, qualche mese dopo, ad affossare letteralmente una proposta di legge (C.1990 – On. Donadi e altri), sempre dell’Italia dei Valori, finalizzata ad abolire gli enti provinciali.


Bocciature amare, in quanto avvenute in maniera bipartisan, segno che non è solo la maggioranza a non voler intervenire là dove ce ne sarebbe davvero bisogno. Riduzione degli stipendi dei parlamentari, dicevo, o almeno remunerazione piena solo per chi viene in Aula, frequenta assiduamente le Commissioni, produce atti legislativi, interroga il Governo, propone soluzioni che servono al Paese e non per tutti quelli che sono stati nominati e che non devono rispondere di nulla se non al proprio padrone. Con l’abolizione o la riduzione degli enti inutili si risparmierebbero oltre 3 miliardi di euro l’anno, ma anche con il dimezzamento delle auto blu (io ne lascerei solamente una per ciascun Ministero, oltre ad una per le presidenze di Camera, Senato, Consulta e, ovviamente, per il Capo dello Stato), il blocco delle consulenze nelle pubbliche amministrazioni, la fusione tra piccoli comuni, la riduzione dei rimborsi elettorali, si risparmierebbero fior di quattrini. Sono queste alcune delle azioni concrete che in questi mesi abbiamo proposto al Parlamento e che sono state rigettate una dopo l’altra. Soluzioni neanche prese in considerazione da chi, al contrario, scaglia la sua mannaia solamente sulle fasce più deboli della popolazione. Dai pensionati ai disabili, dagli operai ai precari. Seguendo il percorso di riduzione dei costi proposto da Idv, infatti, lo Stato avrebbe risparmiato circa 15 miliardi di euro, mentre questo Governo, per compensare le sue inadempienze, decide di aumentare le tasse di 20 miliardi! Però, non è solo la politica in senso stretto che a mio avviso andrebbe ridimensionata. Se si vuole davvero trovare la strada per dare nuovo respiro alla nostra economia, credo sia arrivato il momento di ridurre gli stipendi, i vitalizi e i privilegi di tutti gli alti dirigenti o top manager pubblici, che spesso arrivano a guadagnare cifre molto più alte di un parlamentare. Parlo, ad esempio, di alcuni dirigenti Rai (il direttore generale arriva a guadagnare oltre 600mila euro annui), di molti funzionari di enti statali – quali i presidenti della Consob (circa 400mila euro annui), l’Antitrust (circa 500mila), l’Autorità per l’energia (500mila), la Banca d’Italia (450 mila euro annui) -, ma parlo anche di molti funzionari ministeriali o dello stesso Parlamento, da Montecitorio a Palazzo Madama *. Eliminare o diminuire esclusivamente i vitalizi dei parlamentari, infatti, non risolverà il problema. Sarà fumo negli occhi. Sarà una goccia nel mare e non escluderà di certo il nuovo aumento delle tasse e l’abbassamento delle pensioni. Ridurre orizzontalmente “il costo” di tutti coloro che ricoprono posti apicali nella PA, in un momento difficile come quello attuale, credo sia un dovere – ed anche un importante atto di coraggio – per un Governo che ha a cuore il benessere di cittadini. Questo Governo, al contrario, dimostra, settimana dopo settimana, di volersi solamente accanire verso chi si trova a subire i danni di una crisi che non accenna ad arrestarsi, sottraendosi al proprio dovere e alle proprie responsabilità e continuando a mettere le mani, unicamente, nei portafogli degli italiani.
On. Antonio Palagiano

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