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mercoledì 3 agosto 2011

Recuperato il corpo dell’orafo

Castellammare di Stabia - Recuperato il corpo, completamente carbonizzato, del 50enne orafo napoletano, Lello Casizzone, morto l’altro ieri al largo della costiera sorrentina nell’incendio del suo yacht. Nelle acque tra Vico Equense e Castellammare di Stabia, a circa due miglia dalla località Bikini, la sua imbarcazione di 13 metri, un Mochi 44, era andata in fiamme. Gli altri due passeggeri un napoletano e una donna straniera, erano riusciti a mettersi in salvo allontanandosi con un piccolo tender e dando l’allarme alla Guardia costiera. Il ritrovamento del cadavere è avvenuto a 71 metri di profondità con un robot controllato dalla superficie. Gli uomini della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, comandati dal capitano di fregata Giuseppe Menna, coordinati per le operazioni di ricerca dal comandante in seconda, capitano di fregata Francesco Staiano, sono stati impegnati su quattro mezzi navali per le ricerche di superficie, una motovedetta e tre gommoni. Si sono occupati, invece, delle ricerche sott’acqua i militari del nucleo sommozzatori della Guardia costiera di Napoli, con il robot Rov (Remotely operating vehicles) dotato di telecamere per le indagini ed in grado di operare fino a trecento metri di profondità. Quest’ultimo ieri mattina, alle 10 circa, ha individuato un corpo ad una profondità di circa sessantotto metri, lo ha agganciato e portato a trenta metri dalla superficie così da permettere ai sub di immergersi in sicurezza e portare a termine il recupero del corpo, avvenuto alle 10.30. Poiché carbonizzato, non è stato possibile stabilire subito l’identità del cadavere. I resti della vittima, su disposizione del magistrato Raimondi, della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, saranno trasportati all’obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia per il riconoscimento da parte dei familiari. Successivamente la salma sarà sottoposta ad esame autoptico che si spera possa fornire qualche primo elemento sulle cause dell’esplosione, anche se il recupero del relitto potrebbe essere indispensabile a comprendere la dinamica del disastro. Una gita in barca si è, dunque, trasformata in tragedia. Il natante era partito dai pontili di Castellammare di Stabia, all’Acqua della Madonna, l’altra mattina, per una spensierata gita tra amici. I superstiti hanno raccontato di avere avvertito una forte deflagrazione e subito si sarebbe sviluppato l’incendio. I due erano a bordo di un piccolo tender, intenti a pescare, e, una volta avvertito lo scoppio, si sono allontanati immediatamente. Lello Casizzone, in quel momento, era, invece, sotto coperta. I due sono stati soccorsi in mare da un privato, un velista che navigava poco distante insieme con la famiglia e che, avendo avvertito l’esplosione, ha subito fatto rotta verso il natante in difficoltà. L’imbarcazione incendiatasi a soli due miglia dalla costa di Vico Equense ha generato non poche preoccupazioni tra le persone in spiaggia, che hanno visto fiamme altissime e tanto fumo. L’incendio, infatti, è stato talmente forte da distruggere quasi totalmente la barca, che è stata trainata per poche centinaia di metri prima di inabissarsi. (Fonte: Ilenia De Rosa il Roma)

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