Fonte: Gian Michele Orlando Sindaco di Sant’Agnello
Ho letto diversi commenti critici sul problema cave e rifiuti…Molti cittadini mi hanno chiesto e mi chiedono spiegazioni più dettagliate su questa storia per cui sento il dovere di ritornarci per fare alcune precisazioni. Innanzitutto ho sollevato la questione perchè, come sindaco, era mio dovere farlo. Mi sono ritrovato tra le mani, nel mese di agosto, una bozza di accordo di programma che, evidentemente, è scaturita da una preventiva analisi del problema fatta da parte della Provincia che, nella sua autonomia e assoluta legittimità istituzionale, ha evidentemente formulato un‘ipotesi, l’ha messa nero su bianco e l’ha trasmessa ai Comuni interessati i quali, evidentemente, dovevano esaminarla e, nel caso, approvarla o proporre modifiche. Mi ha chiesto un cittadino: se nessuno avesse sollevato il problema l’accordo, così come proposto, sarebbe stato approvato oppure no? La domanda credo sia più che legittima e merita una risposta oggettiva. Credo che se nessuno avesse “protestato” non ci sarebbero state ragioni per cambiare la bozza di accordo di cui stiamo parlando.
Con questo non intendo assolutamente prendermi un merito particolare, ma soltanto ripetere che, avendo ricevuto la bozza sulla quale avrei dovuto esprimere un’opinione così delicata me la sono studiata, ne ho compreso i rischi e la gravità, ho deciso perciò di richiamare l’attenzione delle altre Amministrazioni interessate sul tema, ma anche della società civile e di quella economica della Penisola Sorrentina che sono direttamente interessate alla soluzione del problema che tocca trasversalmente tutti e che implica una generale assunzione di responsabilità. Il che è diverso dalle dichiarazioni di circostanza o demagogiche che pure si son fatte su un problema che, evidentemente, doveva essere sfuggito in quel momento anche all’attenzione dei consiglieri provinciali del collegio. L’incontro di tutti i Sindaci cui ha fatto seguito la riunione col Presidente della Provincia di Napoli hanno entrambi evidenziato una convergenza di opinioni sull’inopportunità di utilizzare queste cave dismesse quali siti per il compost degli Stir. E’ superfluo ripeterne le motivazioni. Ora è chiaro che quando si respinge una proposta occorre formularne un’altra e credo che sarà nostro compito, facendo tesoro di ciò che pensiamo e delle diverse sensibilità di cui siamo animati, elaborare una seria alternativa da presentare alla Provincia. Resta inteso che, per quanto mi riguarda, la soluzione di ospitare in loco, cioè nella Penisola Sorrentina, tale compost in siti da individuarsi non sia assolutamente semplice, dovendosi tener conto di tutti i fattori che ben conosciamo, fra cui quello non trascurabile di un territorio estremamente ridotto in termini di superficie, ad alta densità abitativa e sprovvisto di aree utili per tali insediamenti, tanto più quando si discute di realizzare, a livello comprensoriale, progetti importanti sul piano turistico, sportivo, etc… L’alternativa all’originale accordo di programma, quello delle cave, dobbiamo attentamente valutarla alla luce di tutti questi fattori e delle ripercussioni, generali e particolari, che la realizzazione di tali impianti avrà sul nostro territorio e sulla nostra economia prevalentemente turistica. Dopodiché ognuno liberamente, responsabilmente e pubblicamente si assumerà le proprie responsabilità di fronte ai cittadini.
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