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mercoledì 19 ottobre 2011
Staminali: IDV, d’accordo con Corte UE ma vita è altra cosa
''Sono d'accordo con la sentenza della Corte di Giustizia UE relativa al divieto di brevettare, per fini commerciali, procedimenti di laboratorio che, attraverso il prelievo di cellule staminali dalle blastocisti, determinino la distruzione dell'embrione umano. Cosi' come sono contrario alla creazione di embrioni umani finalizzati alla ricerca scientifica. In ogni caso, la ricerca e' patrimonio dell'umanita' ed ogni scoperta che migliora le conoscenze sulle potenzialita' delle cellule staminali deve essere nota a tutti. La medicina rigenerativa rappresenta il futuro e la speranza delle prossime generazioni, e non puo' essere oscurata dai brevetti internazionali''. Lo dichiara Antonio Palagiano, responsabile nazionale sanita' dell'Italia dei Valori. ''Sono meno d'accordo, invece, - prosegue il deputato IDV - sul concetto che la Corte UE esprime sull'embrione umano 'in senso ampio', non potendo sovrapporre le finalita' e le potenzialita' di vita che ha un embrione con quelle insite in un ovocita attivato (mediante una scarica elettrica) e cioe' non fecondato da uno spermatozoo. Si tratta, in quest'ultimo caso, di un embrione rudimentale 'a termine', o pseudo embrione, che non ha mai prodotto alcuna forma di vita. Altrettanto dicasi per un ovulo umano non fecondato, in cui sia stato impiantato il nucleo di una cellula umana matura. In questi due casi l'embrione umano, inteso come il prodotto della fusione di un gamete maschile e di uno femminile finalizzato ad una futura vita, non c'entra. E' tutt'altra cosa''. ''Infine, - conclude Palagiano - per quanto riguarda le cellule staminali ricavate da un embrione allo stadio di blastocisti, alle quali fa riferimento il brevetto del ricercatore tedesco Oliver Brustle, secondo le attuali conoscenze della scienza, esse sono pluripotenti (e non totipotenti) e cioe' non sono in grado di originare un intero organismo ma soltanto i singoli tessuti del corpo umano''.
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