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venerdì 25 novembre 2011
Le Giornate Gastronomiche Sorrentine tengono a battesimo Libera, la pizza della legalità
Sorrento – E' nata “Libera”, la pizza della legalità. A realizzarla, tre tra i più accreditati custodi della tradizione della pizza napoletana: Enzo Coccia, della pizzeria La Notizia, Antonio Starita, dell'omonima pizzeria in cui Sofia Loren girò il film “L'oro di Napoli” e il dinamico Gino Sorbillo, rappresentante di terza generazione di questa antichissima arte. Tutti del gruppo “Associazione Pizzaiuoli Napoletani” che fanno capo ad Antimo Caputo, patron dell'omonino Molino. I tre “pizzaiuoli” hanno condiviso sapienza e perizia e hanno sfornato “Libera”. Negli ingredienti di questa pizza della legalità: ricotta di bufala, ciccioli, pecorino, basilico, giustizia ed etica, sotto forma di mozzarella di bufala. La mozzarella, che si fregia del marchio “Libera Terra”, è prodotta, dall'ottobre di quest'anno, nelle terre, negli stabilimenti e nei caseifici confiscati ai Casalesi e gestiti dalla cooperativa “Le Terre di don Peppe Diana”, dal nome del prete anticamorra ucciso 15 anni fa a Casal di Principe. La pizza è nata in occasione dell'ottava edizione delle Giornate Gastronomiche Sorrentine e sotto l'egida di don Tonino Palmese, presidente di Libera Terra Campania e sarà possibile degustarla dal 2 dicembre. Al momento la pizza “Libera” potrà essere degustata esclusivamente presso le pizzerie di Coccia, Sorbillo e Starita. Rispettivamente, “La Notizia” di Via Michelangelo Caravaggio, la “Pizzeria Sorbillo” in Via Tribunali, 32 e “Starita” in Via Materdei, tutti rigorosamente a Napoli. Con una speranza che si diffonda su tutto il terriotio nazionale. Ordinare “Libera” nelle tre pizzerie napoletane, sarà un'occasione per gustare un'inedita pizza d'autore, ma anche un gesto concreto nella lotta alla criminalità organizzata. Per ogni pizza della legalità, verrà, infatti, accantonato un euro destinato all'Associazione di don Ciotti, “Libera contro le mafie”. (Nella foto da sinistra: i maestri pizzaiuoli Enzo Coccia, Antonio Starita e Gino Sorbillo)
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