Il papà di Giuseppe Maresca: “Stanno bene, sono stati trattati umanamente, mangiavano a sufficienza”
Vico Equense - “Grazie a tutti che gioite con noi per la liberazione di Peppe, stamane abbiamo avuto la conferma che la nave è sotto controllo della Marina (Andrea Doria), ma ancora non abbiamo sentito Giuseppe, sicuramente hanno problemi con i mezzi di comunicazione e il telefono serve per le trasmissioni urgenti”. Questo il messaggio pubblicato su Facebook ieri da Antonino Maresca, padre di Giuseppe, uno dei marittimi imbarcati sulla Rosalia D’Amato, da sette mesi ostaggio dei pirati. Risale a ieri mattina, infatti, la notizia ufficiale della liberazione. Anche il padre di Giuseppe lavora sulle navi della compagnia “Perseveranza navigazione” e quando gli giunse la notizia del sequestro era in navigazione. “La comunicazione del rapimento, ad aprile, fu per me un duro colpo – racconta Antonino Maresca – ma durante questi mesi la compagnia è stata molto vicino alla mia famiglia, fornendo continue informazioni sullo stato di salute di Giuseppe e dell’intero equipaggio. Sono sbarcato il 2 luglio, da quel giorno ho avuto la possibilità di sentire mio figlio al telefono quattro, cinque volte. Sono state tutte comunicazioni abbastanza brevi ma che sono servite a rassicurare me, mia moglie Maddalena, i miei figli Maria e Luca e le persone che ci sono state vicino e che hanno condiviso la grande preoccupazione di questi mesi”. L’equipaggio, contrariamente a quanto alle volte diffuso dai giornali, non ha vissuto con grande sofferenza durante questo periodo. “Mio figlio mi ha più volte raccontato che stavano bene – continua il signor Maresca - e che le condizioni in cui vivevano erano abbastanza buone. Non gli è mai mancato il cibo. Mangiavano soprattutto riso, pesce e non hanno mai sofferto la fame. I pirati gli permettevano anche di fare palestra e di andare a pescare. E’ stata una convivenza forzata ma amichevole. In questi ultimi mesi ci siamo anche scambiati delle e-mail”. Oggetto delle conversazione tra Giuseppe e i suoi familiari non era soltanto lo stato in cui viveva l’equipaggio. Al ragazzo, infatti, premeva essere informato sui risultati delle partite del Napoli. “Giuseppe mi chiedeva continuamente aggiornamenti circa i risultati conseguiti dalla sua squadra del cuore, il Napoli – ha aggiunto Antonino Maresca – tra le ultime richieste, infatti, quella della partita Manchester-Napoli. Inoltre voleva essere informato anche su altre notizie di cronaca. In una delle ultime mail che mi ha inviato ha scritto che il comandante voleva sapere i motivi delle dimissioni di Berlusconi. Io ho sempre risposto alle mail; spesso mi davano conferma di averle ricevute con frasi molto sintetiche”. Nella casa di Arola, frazione collinare di Vico Equense, la vita per i familiari di Giuseppe in questi mesi è continuata, anche se con molte preoccupazioni. “Seppure il nostro stato d’animo non è mai stato dei migliori – racconta la sorella Maria – in questi mesi abbiamo cercato di andare avanti. Io e la fidanzata di Giuseppe abbiamo continuato a frequentare l’Università dando una serie di esami; mia madre è andata a lavoro ogni giorno. La compagnia di navigazione ci è stata molto vicina e ci ha fornito continuamente notizie tranquillizzanti. Non posso dire lo stesso, invece, dei mezzi di comunicazione di massa che tantissime volte ci hanno fatto allarmare e preoccupare inutilmente. Ora finalmente tutto questo sta per finire e tra pochi giorni potremo riabbracciare Giuseppe”. (Fonte: Ilenia De Rosa da il Roma)
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