Di Enzo Esposito, Presidente Unitre Penisola Sorrentina
Vico Equense - Le opere di Giovanni Manganaro, esposte in forma di croci e tutte aventi un solo soggetto, il Gesù della crocefissione, rappresentano un momento fondamentale del percorso dell’artista, affascinato dalla figura di Gesù Uomo, visto come emblema e metafora della tragicità della condizione umana di oggi come del suo tormentato passato ma anche come immagine di un messaggio di carità. Il pittore non vuole esaltare la bellezza della Croce a cui di solito aspirano gli artisti di soggetti religiosi. Egli piuttosto intende documentare una porzione significativa della sua ricerca artistica, quando affronta il tema del dolore e del suo significato di valore universale. Anche la croce della composizione che egli ha voluto dare alle oltre cento opere qui esposte, vuole essere più che un messaggio, un invito a compenetrarsi e di sentirsi partecipi del suo tormento d’artista. Egli vede in essa non un simbolo religioso o il simbolo del sacro ma l’espressione di una condizione dell’Umanità, una umanità smarrita e indistinta che è presente nei dipinti con le figure nere ai lati del crocifisso e che cerca nell’Uomo della croce un significato da dare alla sua esistenza. Il pittore esprime questo significato attraverso diversi simboli che include nelle sue opere: il sacrificio come dedizione, come amore, come amicizia, condivisione, carità. Sarà l’amore a riscattare l’umanità dalla sua condizione tragica. “Il Crocefisso é lo specchio nel quale tutti, credenti e non credenti, possono trovare un significato che arricchisce la vita". Lo ha detto il Papa nell'Udienza Generale del 10 febbraio scorso 2010, citando le parole di Sant'Antonio da Padova: "se guarderai bene potrai renderti conto di quanto siano grandiosi la tua dignita' e il tuo valore". E dunque, ha spiegato, "in nessun altro luogo l'uomo può meglio rendersi conto di quanto egli valga che guardandosi nello specchio della Croce".
Con queste opere Manganaro si conferma artista nel filone dell’'estetica contemporanea che nasce, in Francia e in Germania, da una serie di ricerche che possiede una relativa autonomia nei confronti della meditazione filosofica e che deve piuttosto essere ricondotta a radici fisiologiche, psicologiche e sociologiche. Infatti E. Brehier chiama l'estetica disciplina «semifilosofica», rivolta in primo luogo alla comprensione dell'atto creativo nei suoi molteplici elementi: «il compito dell'estetica è allora cogliere il gesto operativo e la tecnica stessa dell'artista, lasciando alle arti tutta la loro diversità, tutta la loro indipendenza, tutta la loro libertà». Altri sono arrivati a definire non il valore (estetico, morale, ecc.) quanto il contenuto emozionale. Il fattore soggettivo dell'emozione e del sentimento é peraltro uno dei punti di fondamentale analisi per la psicologia orientata verso l'estetica. Osservando questa collezione tematica, spesso in monocromia, il visitatore percorre con l’autore una lettura tutta interiore, dono di un animo generoso, ricco di umani calori. A questa ricchezza egli è giunto costruendo una sua identità sui sentieri linguistici del ‘900, a lui molto familiari, come il Futurismo, il Surrealismo, l’Espressionismo astratto, la lezione informale e innanzitutto la rappresentazione che va oltre l’apparenza fisica della realtà e che viene definita da Giorgio De Chirico pittura metafisica. Manganaro ha in sé ancora molte ricchezze da esprimere ma questa del Crocefisso è certamente una tappa importante della sua vena d’artista, coscienzioso e amante della ricerca senza confini.
Sala polifunzionale SS.Trinità e Paradiso – Viale Rimembranza, 1 – Vico Equense
Dal 1° al 20 aprile 2012 . Orari dal lunedì al venerdì, 9 - 12:30.
Orari di Sabato e Domenica: 10:30 - 12:30; 17 - 20:30
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