Pagine

domenica 6 maggio 2012

«Controlli antimafia per chi costruisce parcheggi privati in costiera sorrentina»

Lettera di Luisa Bossa, deputata del Pd, al prefetto

di Fabrizio Geremicca da il Corriere del Mezzogiorno


Cresce la protesta contro la corsa forsennata a realizzare parcheggi interrati in penisola sorrentina, che provoca il saccheggio del paesaggio e determina il rischio di infiltrazione di capitali malavitosi. Fenomeni denunciati da anni dal Wwf, dai Vas e da pochi irriducibili’, per esempio l’ex assessore all’Urbanistica di Piano di Sorrento, Francesco Saverio Esposito. Adesso, finalmente, dopo le recenti interrogazioni parlamentari di Antonio Palagiano ed Antonio Di Pietro (Idv) e di Luisa Bossa, del Pd,la vicenda diventa un caso nazionale. Proprio Luisa Bossa scrive ora una lettera al Prefetto di Napoli, Andrea Di Martino, per chiedergli che si estendano alle società che costruiscono i parcheggi interrati i controlli antimafia che la Prefettura effettua sulle imprese vincitrici di pubblici appalti.” La semplice certificazione antimafia non garantisce dai condizionamenti malavitosi”,nota a sua volta Paolo Persico, commissario del partito a Castellammare ed animatore del gruppo Faro del Sarno.


SOPRINTENDENZA - Sul tema parcheggi il Pd ha chiesto inoltre un incontro al sovrintendente Stefano Gizzi e propone in consiglio regionale l’abrogazione della norma introdotta dalla finanziaria, che ha eliminato l’obbligo di vendere i box entro 36 mesi dalla realizzazione degli stessi,pena l’acquisizione al pubblico patrimonio. In costiera si contano ormai migliaia di box interrati, complici autorizzazioni a pioggia rilasciate dai Comuni. Solo in pochi casi è stato almeno rispettato l’obbligo di ripiantare le preesistenti essenze arboree. Una corsa che continua,nonostante ormai gran parte dei garage resti invenduta. A Vico Equense - documenta Franco Cuomo, dei Verdi Ambiente e Società - i parcheggi interrati già in attività, autorizzati o in fase di autorizzazione sono sedici soltanto nella zona compresa tra il centro, Seiano e la frazione collinare di Pietrapiano.
MILLE GARAGE - A Sorrento sono almeno 12, per quasi un migliaio di box. Recentemente la Cassazione ha confermato il sequestro del cantiere di vico III Rota, dove era all’opera la Edilgreen, impegnata a costruire 256 garage sotto un agrumeto. L’impresa fa capo a Giuseppe Langellotto, socio del sindaco Giuseppe Cuomo in un’altra società, Nizza, anch’essa dedita alla costruzione dei parcheggi, ed il terreno è di proprietà di Adriano Bellacosa, ex assessore provinciale a Salerno per il Pdl. Solo pochi mesi fa, dopo le denunce di Claudio D’Esposito, del Wwf, e di Giovanni Antonetti, referente sorrentino per l’Idv, il Comune ha diffidato i proprietari a ripristinare la vegetazione in superficie. Otto si sono adeguati, gli altri non ancora. Cantieri e ruspe all’opera pure a Sant’Agnello e Piano, dove fa notizia il progetto della lap immobiliare di costruire 56 box nell’agrumeto che appartenne ad Achille Lauro. La società è riconducibile al gruppo D’Ammora. Catello, il capostipite,ha sposato la sorella del boss Carmine Alfieri. Processato per camorra ed assolto negli anni novanta,guida ora le società di famiglia insieme ai figli.
ADDIO AGRUMETO - Sempre a Piano, un agrumeto rischia di essere stravolto per costruire una isola ecologica. In costiera,le società impegnate nella costruzione dei box sono quasi sempre le stesse. I tecnici comunali non di rado sono a loro volta impegnati, come privati professionisti, a progettare parcheggi in un altro Comune, per le medesime società che autorizzano a costruire, da funzionari, in quello dove lavorano. Controllati e controllori, insomma, siedono allo stesso tavolo, mentre il cemento divora gli agrumeti. Patrimonio insostituibile, quest’ultimo, come hanno sottolineato un paio di settimane fa i giovani del Pd a Piano, i quali hanno regalato aranciate in piazza, durante il passeggio del sabato mattina.

Nessun commento:

Posta un commento

La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.