di Pasquale Persico*
Se sei comuni decidono che la loro unione debba produrre un cambiamento, e se le terre sorrentine fanno da battistrada a possibili nuove aggregazioni allora anche la Campania ha una speranza in più. La spinta alla redazione dei piani urbanistici e la necessità di un’elaborazione strategica innovativa obbliga alla rivisitazione dei concetti di riferimento; territorio, ambiente e paesaggio non sono sinonimi e le comunità insieme alle altre comunità dell’area vasta devono cercare un confronto aperto e lungimirante. Vico Equense, il suo sindaco ed il suo assessore all’urbanistica incoraggeranno gli altri sindaci a volare alto e preparano un convegno in giugno sui temi del paesaggio rurale contemporaneo per far emergere tutta la forza del terra di quel territorio. Il documento strategico in approvazione in consiglio comunale, in maniera esplicita, parla di nuova narrazione necessaria a riposizionare le aspettative dei cittadini. Non è un appello ai soli cittadini di Vico, ma è un appello a lavorare insieme affinché l’area vasta, la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana esprimano nuove ripartenze. Dal documento emerge una valenza ed una tensione innovativa volta a riposizionare la lettura tradizionale. Il Mito, la storia, le tradizioni, il turismo, le attività artigianali, i beni ambientali e quelli culturali vengono collocati dentro una nuova visione di fertilità. La metafora di riferimento potrebbe essere la zolla dell’agricoltura biodinamica, i viticultori che praticano questa tecnica hanno svelato il loro principio ispiratore. Nella terra non è tanto importante che arrivi acqua ma è ancora più importante che arrivi aria; è l’aria che consente la vita a molti essere viventi, vegetali ed animali, e che in definitiva fanno star bene la zolla a cui attinge il vitigno.
Ecco che il territorio diviene ambiente, e viene riconosciuto come luogo dove vivere, pensare ed abitare fino a essere percepito come paesaggio da amare e da tutelare. La delibera consiliare invita alla copianificazione partecipata, a sperimentare una nuova collaborazione interistituzionale, anche fra enti locali per costruire una governance strategica orizzontale, in una fase in cui quella verticale perde efficienza ed efficace. La penisola sorrentina ha avuto altre fasi storiche in cui ha dovuto fare da sola dopo periodi vera luce, ma oggi la manutenzione strategica del suo paesaggio è necessaria per conservare l’attrazione del sublime e del racconto, fatto dal suo primato nel turismo esperienziale ma anche del suo saper fare nel settore agricolo e rurale e manifatturiero-artigianale. La stanzialità del turista, dell’ospite è ancora un primato che la penisola non vuole perdere insieme alla sua qualità di essere pausa urbana irrinunciabile. L’invito del sindaco Gennaro Cinque e dell’assessore Benedetto Migliaccio agli altri sindaci è perciò una proposta di viaggio, una proposta di catalogazione del repertorio di opportunità ancora in campo, per contrastare la crisi e la visione miope dell’economia, per ridefinire i confine dove produrre i nuovi beni comuni, i nuovi beni di merito e dove favorire la nascita di nuove attività contemporanee. Nell’invecchiamento del RUM a differenza dell’invecchiamento del vino si è capaci di saper aggiungere alle annate precedenti, che possono superare anche il secolo, il rum contemporaneo. Ecco la ricetta da estendere alla penisola per rinnovare il modello di sviluppo. Attingere a tutta la sua storia per riconoscere le discontinuità utili da riposizionare insieme a quelle del presente e rinnovare la capacità di essere contemporanei senza nostalgia.Il documento programmatico è senza nostalgia, vi è la ricerca del nuovo ritmo capace di ricomporre il territorio che rischia la frammentazione paesaggistica e sociale, fa appello alle comunità, le rimette in amicizia e dice a loro di aprirsi anche al territorio di confine. Immagina di poter dialogare durante la redazione del nuovo piano urbanistico con tutti coloro che voglio definire il nuovo spazio urbano in maniera aperta per fare si che la concordia sia realmente una virtù civica dispensatrice di pensieri innovativi. Salire sul monte Comune, il monte che scende anche nel territorio amalfitano accanto a quello di Positano, significa saper guardare l’intero golfo di Napoli e quello di Salerno; da quel monte il Cilento non è lontano dalla piana del Volturno e per più di un momento torna la paura di aver perso definitivamente la Campania Felix. Ma anche per la politica vale il giuramento che fanno i medici. Breve è la vita lunga è l’arte. Bisogna impegnarsi per la visione lunga, e bisogna contraddire perfino Keynes che nei periodi della crisi del suo tempo suggeriva di non investire in paesaggio. Oggi abbiamo bisogno di nuovi beni e la forza del territorio ci può ancora guidare. La zolla fertile è ancora da trovare nonostante sia così vicina, è il messaggio del documento strategico e la ricerca non va affidata solo agli esperti, una popolazione deve entrare in campo per chiamarsi nuovamente abitante e cittadino. Bartolomeo Intieri , dal suo palazzo in Vico, volle fondare una nuova cattedra, la prima cattedra di Economia Politica affidata ad Antonio Genovesi presso l’Università Federico II , oggi è necessaria una nuova partenza e probabilmente sarà necessario pensare ad una nuova cattedra poggiata sulla forza della terra per una narrazione straordinaria del patrimonio riposizonato su mille zolle fertili ed ariose.
*Il Prof. Pasquale Persico, economista e direttore della Scuola di Dottorato "A. Genovesi" dell'Università degli Studi di Salerno. Premio Saint-Vincent per l'Economia, Research Scholar presso la London School of Economics, OECD-Parigi. É autore di libri ed articoli di econometria, economia industriale, economia dello sviluppo e politica economica delle città. E’ stato Assessore all’ Ambiente nella Giunta della Regione Campania a guida Bassolino. Attualmente presiede le attività del Museo Hermann Nitsch.
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.