di Ottavio Lucarelli da La Repubblica Napoli
Mentre il Partito democratico, fuori dai governi di Regione, Provincia e Comune, cerca spazio e sgomita in ogni direzione, ottanta napoletani lanciano un appello per un partito «che faccia politica di qualità». Ottanta napoletani che si definiscono «animati da una forte coscienza civile». Tra loro tanti cittadini comuni ma anche alcuni ex assessori comunali come Pasquale Belfiore, Eugenio Chiodo, Michele Saggese, il presidente della Mostra d' Oltremare Nando Morra, l' ex difensore civico Giuseppe Pedersoli. Una lettera aperta che sarà presentata giovedì all' hotel Alabardieri in vista del congresso provinciale del partito previsto a metà luglio. Lettera in cui si chiede al Pd di «non contare le tessere ma di ascoltare i cittadini» perché «la spinta innovatrice, soprattutto a Napoli e in Campania, si è affievolita quasi fino all' esaurimento e invece oggi più che mai abbiamo bisogno di un partito riformista, innovatore, responsabile e credibile». «Il prossimo congresso - prosegue la lettera - è l' occasione per rigenerare il Pd. Dovrà essere un congresso nuovo, aperto, per far emergere idee nuove, dare voce ai giovani, essere in grado di prendere decisioni rapide. Un congresso che vada oltre le sabbie mobili delle divisioni interne del passato». Un richiamo forte che arriva in un momento in cui il Pd napoletano e campano, dopo le vittorie alle amministrative e la riconquista (con l' Udc) di città strategicamente importanti come Pozzuolie Torre del Greco, cerca di riaffiorare con un' azione ancora però non organica.
Nella sede di Napoli il segretario Enzo Amendola con eurodeputati e parlamentari ha attaccato venerdì il presidente della Regione Stefano Caldoro per i ritardi nella spesa dei fondi europei mentre il capogruppo regionale del Pd Peppe Russo era a Salerno con lo stesso Caldoro. In quelle ore il sindaco Pd di Salerno Vincenzo De Luca, rivale di Caldoro due anni fa alle elezioni, sparava intanto bordate sul governatore questa volta anche a nome della città di Napoli. E non solo. Perché da alcuni giorni un altro Pd prova a inserirsi nell' annunciato rimpasto della giunta al Comune di Napoli. Un Partito democratico che, invertita la rotta dopo tre anni di sconfitte causate dallo tsunami post bassoliniano, cerca ora di ricollocarsi al centro del dibattito. E il congresso di metà luglio sarà in questo senso decisivo. Un congresso che dovrà chiudere, dopo un anno e mezzo di commissariamento, i travagli delle primarie per il Comune di Napoli. Vicenda peraltro ancora aperta in seguito ai ricorsi vinti dall' ex segretario provinciale Nicola Tremante che rivendica la correttezza della sua azione nei giorni successivi alle primarie del gennaio 2011. Dopo un anno e mezzo il Pd napoletano è di nuovo pronto a contarsi ma questa volta dovrà dare conto anche a pezzi della società civile che nel frattempo si stanno riorganizzando e che chiedono: «Non contate le tessere, ascoltate la gente».
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