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venerdì 29 giugno 2012

Intervista a Flora Beneduce

Vico Equense - Il PdL napoletano è in attesa del coordinatore nazionale Angelino Alfano. Fervono i preparativi, ma l’entusiasmo di ottobre sembra essersi diluito nel calderone di tanti discorsi pronunciati nella campagna di reclutamento di talent scout in giro per l’Italia. Freddezza anche da parte di Flora Beneduce, componente del coordinamento provinciale del partito e consigliere nazionale dei Club della Libertà. Dottoressa, cosa è cambiato rispetto allo scorso ottobre? Niente. È proprio questo il problema. Alfano continua a fare promesse e, quando è chiamato a rispondere sul motivo per cui queste sono state disilluse, si trincera dietro una coerenza sempre ostentata nel sostegno al governo Monti. Si continua con i proclami, ma i fatti non seguono le parole. Il coordinatore continua a viaggiare per l’Italia alla ricerca dei consensi, tenterà di raccogliere voti e ammaliare. A Napoli riuscirà a compattare tutti intorno a sé? Se inizierà a concretizzare gli impegni assunti. Questa volta, però, sarà più difficili. Io interpreto la delusione di tanti che hanno creduto ai suoi discorsi, che rimangono, però, ancora sospesi. A cosa si riferisce? Aveva lanciato il “criterio anatomico” per l’assunzione di incarichi. Una persona, una poltrona. Aveva parlato di sostegno agli italiani. Si è inginocchiato sotto la zavorra imposta dal premier alle famiglie italiane. Aveva chiesto al partito di avvicinarsi alla gente. Il PdL si è arroccato nei fortini elettorali. Aveva detto di essere alla ricerca di persone carismatiche che sapessero comunicare con le persone. Invece… Ha escluso i grandi portatori di voti dagli incarichi istituzionali. Mi chiedo cosa racconterà a tutti quelli che lo avevano salutato come il leader dei liberali, dei moderati, dei garantisti. Mi chiedo come risponderà a quella fascia disillusa che ha smesso di credere nel partito. Io mi auguro vivamente che a Napoli non porti solo vana eloquenza. Spero che sappia spiegare i motivi di tentennamenti e passi indietro. È tempo che ai discorsi seguano i fatti, per evitare che il paese venga consegnato all’antipolitica dei grillini o degli estremisti. Cosa serve nell’immediato al partito? È necessario ripercorrere le strade della partecipazione attiva e del taglio ai costi della politica. Alfano riprenda il tema dell’incompatibilità a ricoprire doppi o tripli incarichi istituzionali, un costo in termini di democrazia e di rappresentanza. Ad oggi, ci sono ancora consiglieri provinciali che sono anche consiglieri regionali, sindaci che allo stesso tempo rivestono incarichi di consiglieri regionali e/o provinciali, deputati nazionali con due o tre incarichi istituzionali, mariti deputati e mogli consiglieri regionali. Assessori regionali che imperterriti continuano a detenere incarichi di consiglieri regionali, assumendo così, contemporaneamente, il ruolo indirizzo e controllo e quello di gestione amministrativa. È uno scandalo che non può perpetrarsi e che i vertici del partito non possono ignorare. Dunque, innanzitutto no ai doppi incarichi. Sarebbe un importante punto di partenza. Se non si allarga la base e non si propone partecipazione attiva, il PdL continuerà a sfaldarsi. Chi ha saputo captare massicci consensi, ed è ancora estromesso da ruoli istituzionali, smetterà di essere collante tra la politica e i cittadini. Si divaricherà la forbice con il territorio e la disaffezione crescerà. Basta promesse e lusinghe. L’unico discorso che ha un senso è quello della grammatica dei fatti.

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