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mercoledì 27 giugno 2012

Megaparcheggio interrato, scattano di nuovo i sigilli

Sorrento - Sequestro bis per il tormentato megaparcheggio multipiano interrato in via Rota con gli agenti della sezione anticrimine del commissariato di Sorrento che, coordinati dal vicequestore Antonio Vinciguerra, hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dalla seconda sezione penale del tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura della Repubblica, sotto l’egida del procuratore aggiunto Raffaele Marino. Appena quindici giorni fa, il discusso megaparcheggio era stato dissequestrato in seguito ad una oblazione di 5mila euro versata dall’assessore Bellacosa della provincia di Salerno e dall’imprenditore Langellotto, rispettivamente proprietario dell’area e costruttore dell’opera. Il nuovo decreto fa dunque seguito al precedente sequestro preventivo reso esecutivo nel febbraio 2011 per l’intera area dove dovrebbero vedere la luce centinaia di box pertinenziali, da realizzare con un permesso a costruire che ancora oggi viene contestato davanti alla seconda sezione penale del tribunale oplontino. Il sequestro preventivo era stato confermato nello scorso mese di aprile, lo è adesso nuovamente nonostante l’oblazione versata. Un’opera che avrebbe dovuto ospitare 252 posti auto disposti su 3 livelli, a fronte di una distruzione ambientale già perpetrata su un terreno agricolo di 3.200 metri quadrati e che dal dicembre 2010 aveva suscitato vivaci proteste da parte di cittadini e di associazioni ambientaliste. Il Wwf penisola sorrentina si era costituito anche parte civile nel processo che si sarebbe dovuto tenere il 29 maggio scorso, ma che una serie di incredibili imprevisti ha fatto invece slittare al 9 ottobre prossimo. Nonostante il coinvolgimento di politici, amministratori comunali, sindaco di Sorrento, imprese edili e Soprintendenza, il processo è stato infatti rinviato per un difetto di notifica nei confronti di uno dei commissari ad acta, che a suo tempo aveva rilasciato l’illegittima autorizzazione per la costruzione del mostro di cemento. La giustizia è infatti inciampata su un elementare difetto di notifica in un procedimento giudiziario nel quale il Comune di Sorrento, riconosciuto dal tribunale come parte lesa, non si è nemmeno costituito in giudizio. L’errore di notifica sarebbe avvenuto nei confronti di Dario Perasole, uno dei commissari ad acta nominati dal presidente della Giunta provinciale Luigi Cesaro, che dopo appena un mese dalla nomina rilasciò il 24 novembre 2010 il famigerato permesso a costruire n.33 che ha in seguito dato origine alla vicenda giudiziaria. Ma non è tutto. Appena ventiquattrore prima della udienza fissata per il 29 maggio, il funzionario in carica all’ufficio tecnico del Comune di Sorrento aveva protocollato un documento inoltrato al sindaco ed alla Giunta, con il quale riferiva di essere impossibilitato ad emettere provvedimenti in relazione allo scandalo del megaparcheggio perché non in possesso del fascicolo, che sarebbe rimasto nelle mani degli inquirenti. (Fonte: Vincenzo Maresca da il Giornale di Napoli)

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