Flora Beneduce: “Caro segretario, elimina i doppi incarichi”
Vico Equense - “Al segretario Pdl Angelino Alfano ho ribadito di allargare la base, eliminare le incompatibilità e avviare il rinnovamento nel partito”. Questi gli spunti sollevati da Flora Beneduce, componente del coordinamento provinciale del PdL, al coordinatore nazionale del partito in visita a Sorrento per la chiusura della tre giorni di Summer School politica. Sono affermazioni più volte proclamate da Angelino Alfano e, di recente, confermate anche da Silvio Berlusconi. Flora Beneduce, Luciano Passariello e Carlo Longobardi, i primi tre non eletti al Consiglio regionale della Campania nella lista del Popolo della Libertà, insieme contano circa 50mila preferenze. Le hanno raccolte lavorando instancabilmente sul territorio, rispondendo alle esigenze dei cittadini, interpretando il disagio delle persone e cercando soluzioni. Al momento non ricoprono incarichi istituzionali ma sono per i loro elettori punti di riferimento che non trovano nel partito nessuna sensibilità concreta di riferimento e di apertura al territorio. “Il Pdl, purtroppo, non si sta evolvendo, non sta ascoltando la gente e non sta allargando la base di rappresentanza – dice Flora Beneduce -. Permangono delle situazioni inspiegabili, di attaccamento a poltrone ormai consunte. Il nostro segretario aveva lanciato molti mesi fa il cosiddetto “criterio anatomico” per l’assunzione di incarichi. Una persona, una poltrona. Invece, senza suscitare neanche troppa indignazione, alcuni consiglieri provinciali sono ancora consiglieri regionali, dei sindaci rivestono allo stesso tempo incarichi di consiglieri regionali e/o provinciali, certi deputati nazionali mantengono due o tre incarichi istituzionali. Per non parlare, poi, del malcostume costituito dalla pratica del familismo: mariti deputati e mogli consiglieri regionali.
Nel caso, poi, di consiglieri regionali che sono anche assessori regionali, il ruolo indirizzo e controllo si assomma a quello di gestione amministrativa. È scandaloso. Non si può continuare così. Tutto ciò va cambiato. Il partito purtroppo così muore di asfissia. Altro che 30%. E non dimentichiamo che nelle politiche del 2006, abbiamo perso al Senato in Campania per circa 25mila voti. Ad Alfano, che ha eccepito che certe decisioni spettano alle assemblee locali, rispondo che il segretario nazionale deve dare un indirizzo e verificare che sia rispettato. Altrimenti, a che serve lo statuto? Su questa linea, sono sicura è anche il governatore Caldoro, coerente come è con gli argomenti e gli impegni assunti in campagna elettorale, giocata sui temi della rappresentanza e dell’eliminazione di doppi, tripli e quadrupli incarichi. A chi ha apportato tanto al partito, in termini di voti e preferenze, ma anche di entusiasmo, passione, grinta e carisma, sia data la possibilità di giocare la partita all’interno di una formazione aperta al territorio e capace di avvicinare la gente a un potere sempre più lontano ed estraneo. Il presidente Caldoro aspetta che le istanze politiche campane si decidano a uniformarsi agli impegni presi in campagna elettorale. Varare la giunta politica offrirebbe spazio alle idee e alle istanze di chi ha incontrato le persone e ne ha raccolto la fiducia. È tempo che 50mila voti pesino, perché non sono numeri: sono uomini e donne che hanno voluto credere nella forza di un partito vicino, giovane e dirompente, liberale e garantista, pronto a tendere concretamente la mano agli Italiani. Donne e uomini che vorrebbero continuare a crederci. Io, Flora Beneduce, insieme con Luciano Passariello, Carlo Longobardi e altri, lo abbiamo comunicato alle persone che hanno scritto il nostro nome sulle schede elettorali e ora si scontrano con la difficoltà di sentirsi orfani. Di rappresentanza e di democrazia”.
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