Pagine
▼
venerdì 20 luglio 2012
Taglio degli uffici giudiziari in Penisola sorrentina, incontro al Senato Lauro-Malinconico
Ieri, al Senato, in margine ai lavori della Commissione Giustizia, il sen. Raffaele Lauro (PdL) ha rappresentato, in un lungo ed approfondito colloquio, al Sottosegretario alla Giustizia, Sabato Malinconico, già prefetto della Repubblica e capo dell'ufficio legislativo del ministero dell'Interno, nel 1991-1993, le complesse problematiche, che non investono soltanto l'amministrazione della giustizia in Penisola Sorrentina, scaturenti dall'accorpamento, al Tribunale di Torre Annunziata, della Sezione Staccata di Sorrento del Tribunale e del Giudice di Pace. Il Sottosegretario, che segue, per il Governo, l'iter parlamentare, al Senato e alla Camera, per il prescritto parere (obbligatorio e non vincolante) sul decreto legislativo di riordino, approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 luglio 2012, si è impegnato ad esaminare, con la massima attenzione, un documento ufficiale, basato su dati oggettivi, in grado di testimoniare, come l'accorpamento previsto possa produrre più danni che vantaggi, e nessuna efficienza del sistema. Il sen. Lauro, nel rendersi disponibile ad una immediata riunione, a Roma o a Sorrento, richiestagli dall'avv. Pasquale Damiano, con i vertici della locale avvocatura ed i componenti sorrentini del Consiglio dell'Ordine di Torre Annunziata, ha dichiarato: "In preparazione della riunione, resto in attesa, da parte dell'avv. Pasquale Damiano, del documento da presentare al Governo e da sottoporre subito all'attenzione del Sottosegretario Malinconico. Sarebbe opportuno che tale documento, molto urgente, al fine di evitare interpretazioni corporativistiche, fosse sostenuto e condiviso, motivatamente, da tutte le Amministrazioni Locali della Penisola Sorrentina e dalle rappresentanze imprenditoriali e sindacali."
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.