A Vico Equense un approdo prevalentemente stagionale che aspetta azioni di rilancio
di Antonino Pane da il Mattino
Vico Equense - Ristorazione, ospitalità, servizi: Marina di Equa punta sulla qualità. Tanto è stato fatto, tantissimo si potrebbe ancora fare per dare a questo angolo della bellissima posizione geografica merita. Comune e operatori turistici remano insieme da anni ma, purtroppo, quel progetto che doveva fare di Marina d’Equa un porticciolo sicuro e accogliente giace ancora nei cassetti della burocrazia regionale. E allora in attesa che qualcuno se ne ricordi, gli operatori turistici storici stanno andando avanti con il loro consorzio «Marina d’Equa Scarl» e i risultati si stanno vedendo:anche l’estate 2012 passerà in archivio con bilanci tutto sommati soddisfacenti viste, soprattutto, le preoccupanti premesse. La migliore protezione al porto di Marina di Equa è garantita da una banchina lunga circa novanta metri orientata a Nord. Una banchina che, nella parte terminale, conserva ancora l’ultima opera realizzata, sempre dal Consorzio, per favorire quello che doveva diventare uno degli approdi principali del Metrò del Mare: un pontile di attracco per i mezzi veloci impiegati su queste linee. È stato proprio grazie a quel pontile che tutto il comune di Vico Equense, infatti, ha potuto beneficiare di collegamenti marittimi veloci prima che la crisi e, soprattutto, l’impennata dei prezzi del carburante non ordinasse drastici ridimensionamenti. L’approdo a Marina di Equa è disciplinato dall’ordinanza n. 18 del 1983 emessa dalla Compartimento Marittimo di Castellammare di Stabia. In buona sostanza all’ormeggio delle imbarcazioni da diporto sono riservati 46 metri del molo principale; inoltre sempre alla nautica da diporto è destinato lo specchio d’acqua gestito dalla cooperativa «Sant’Antonio di Equa» dove sono sistemate nove catenarie per ormeggio al corpo morto serviti da pontili galleggianti.
Un approdo prevalentemente stagionale, dunque, anche perché esposto alle traversie provenienti da Sud-Ovest. L’ingresso in porto è continuo anche se la Capitaneria di Porto consiglia di tenersi a debita distanza dal fanale (almeno 40 metri) per evitare fondali bassi: il pescaggio, infatti, va da un minimo di 0,50 a un massimo di 4metri. Questo vuol dire che, limitatamente allo sbarco e all’imbarco, possono accedere anche imbarcazioni di 10-12metri. Acqua, elettricità, ritiro della spazzatura: con le attrezzature a disposizione gli operatori garantiscono un servizio al meglio delle loro possibilità. Lo spirito è quello di tutto il Consorzio: lavorare bene per garantire a Marina di Equa e alle quattrocento persone che lavorano nel settore dell’ospitalità un futuro sicuro. Questo era lo spirito con cui l’imprenditore Luigi Savarese, proprietario del complesso turistico più noto della zona, Le Axidie, ideò il Consorzio nel 1996, e questo è lo spirito con cui l’attività dell’Ente negli anni si è rafforzata e continua tutt’oggi. Una spinta decisiva, naturalmente, è venuta dallo chef pluridecorato Gennaro Esposito, che con la sua Torre del Saracino ha portato la Marina di Equa sulla ribalta internazionale. Una finestra straordinariamente produttiva per tutta l’economia della zona che, grazie proprio all’attività del suo chef più famoso, è riuscita a riproporre una ristorazione sempre proiettata verso l’alto e diventata una delle sue più grandi attrattive. Ristorazione, ospitalità e servizi. A Marina d’Equa funziona anche un servizio di rimessaggio delle imbarcazioni. Si tratta per lo più di capannoni coperti dove le barche vengono protette di inverno e dovepossono essere effettuati anche lavori di carpenteria e, su richiesta, meccanici. Nel progetto di sviluppo messo a punto dal Consorzio anche questa attività aveva delineato un suo percorso di sviluppo legato, soprattutto, alla storia marinara della penisola sorrentina e alla tradizione artigianale dei maestri d’ascia che, anche a Marina d’Equa, per secoli hanno avuto una loro roccaforte. Superato il promontorio del Marina d’Equa, procedendo verso Castellammare, ecco un secondo approdo, la Marina di Vico Equense. Anche qui l’ormeggio è solo su corpi morti sistemati all’interno dello specchio d’acqua portuale. L’opera principale di protezione è una scogliera lunga circa centocinquanta metri su cui poggia perpendicolarmente una banchina di circa venti metri. Si tratta, per lo più, di una attrezzatura utilizzabile per lo sbarco o l’imbarco dei passeggeri.
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