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mercoledì 15 agosto 2012

Faito va in fumo, parte la protesta su Facebook

Vico Equense - Ha lasciato una ferita al cuore a tutti i vicani l’incendio che lunedì ha distrutto parte della macchia mediterranea del Faito. La montagna più alta di tutta la penisola sorrentina ha visto il versante che sovrasta la frazione di Moiano avvolto dalle fiamme con colonne di fumo molto alte. L’indignazione dei cittadini di Vico Equense e degli amanti della natura monta anche sul web. Infatti, sul popolare social network Facebook è nato un nuovo gruppo, “Faito incendio del 13 agosto 2012 - per non dimenticare”. Nel breve tempo, nel giro di un solo giorno, le adesioni sono lievitate sino alle 200 unità. Tutti, ma proprio tutti, hanno la voglia di far restare impresso nel tempo l’ennesimo rogo che ha visto protagonista suo malgrado la vetta dei monti Lattari. Sperando che episodi del genere non capitino più. “Postiamo qui tutte le foto dell’incendio. Un colpo al cuore della montagna incantata! Faito piangerà infinite lacrime. Non si può e non si deve dimenticare. Bisogna mostrare a tutti cosa succede quando la natura non viene rispettata”. Questo l’invito corredato dalla motivazione che si legge sul gruppo. Gli aderenti all’iniziativa hanno postato oltre 30 fotografi e tutte riguardanti l’ultimo rogo. Il rammarico espresso in diversi commenti dagli internauti ripropone sempre lo stesso andazzo: ogni incendio di vaste proporzioni capita sempre a Ferragosto. Restano da capire le cause che hanno generato il rogo che ha interessato la frazione di Moiano dalla quale i vigili del fuoco hanno iniziato il proprio intervento come mostrano anche alcune foto postate sul gruppo. Le fiamme hanno richiesto l’intervento dei Canadair della protezione civile e degli elicotteri idonei a contrastare l’incendio. Un lavoro che è proseguito anche nella giornata di ieri per evitare che le sterpaglie potessero proporre la possibilità di nuovi roghi. Altri messaggi consultabili su Facebook invitano il sindaco Gennaro Cinque a ritornare al volontariato di una volta, mentre c’è anche chi evidenzia che in poco meno di 24 ore è andata distrutta l’opera che madre natura ha fatto nel tempo. (Fonte: Jose Astarita da Metropolis)

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