Fonte: Francesco Vastarella da il Mattino.it
Chi dice siano 15mila. Chi stima 20mila tra Napoli e provincia. Chi addirittura di più. Sono i predoni dell’acqua e fanno danni forse più della rete colabrodo che spreca un 38,4 per cento di preziose risorse (Avellino 55%, Caserta 40%, Salerno 39%, Benevento 34%, Napoli 24%) . Bevono, sciacquano e sprecano a sbafo. Allacciati alla rete, i ladri dell’acqua potabile non pagano ma consumano, e quanto consumano visto che non pagano. Non esistono per i Comuni, non esistono per le società di gestione della rete e delle riscossioni. Un centinaio sono stati scoperti e denunciati negli ultimi sei mesi grazie a una massiccia campagna avviata soprattutto dalla Gori che gestisce la distribuzione nell’area vesuviana, in Costiera e a Capri. Una goccia nel mare, eppure, non fosse per la crisi, nessuno si accorgerebbe dei danni che provocano i ladri di acqua, piccoli o grandi utenti che siano. Ma ora c’è la crisi e in molti avvertono la loro presenza occulta e sinistra. I Comuni, poi, si accorgono soltanto quando ricevono le fatture dai grandi adduttori: i conti non tornano perché quote erogate e consumi non collimano. E i debiti crescono.
Le manovre sulla rete di distribuzione sono continue da tre mesi a questa parte, studiate e programmate dai servizi acquedotto sia per le zone critiche che per tutte le altre: dunque, chiudono e aprono manopole per mantenere a livelli stabili pressione e serbatoi di accumulo. Ma finisce che in una zona, dove il Comune e l’acquedotto calcolano 100 utenze, ce ne siano 150 e allora l’acqua immessa non è più sufficiente: famiglie e interi quartieri non hanno scorte per bere. E diventa una tragedia quando tra i fuorilegge c’è pure chi riempie piscine, innaffia giardini, pulisce auto e strade (alla faccia di chi paga), il tutto nel momento meno opportuno, come questo di caldo intenso e erogazioni razionate. La svolta di Capri e Sorrento è stato il primo esempio di razionamento. Ma segnali di allarme arrivano da un capo all’altro della provincia. «Siamo a secco buona parte delle strade del centro di San Giorgio a Cremano - avverte la signora Patrizia - come l’altro giorno fino alle 23. Ho telefonato per protestare al Comune e mi hanno detto che c’è un guasto. E volevate avvertirci? Con questo caldo si muore». S’arrabbiano e maledicono dalla costa flegrea al giuglianese, regno dell’abusivismo edilizio dove solo le cisterne piazzate sotto casa da tutti o quasi riescono in qualche modo a sopperire alla penuria di acqua. Migliaia sono qui le case senza licenza che mai avrebbero potuto avere allacci alla rete idrica, ma che pure hanno, nonostante si debbano fornire dati catastali e licenze al servizio che gestisce acquedotto e riscossioni per conto del Comune. Come sia potuto succedere questo solo i maghi dell’illecito potranno svelarlo ai magistrati. Ma non sono soltanto i territori degli scempi edilizi a subire i colpi dei ladri di acqua. Nella ricca isola Azzurra, ad Anacapri, a seguito di una segnalazione del comando dei vigili urbani, è stato trovato di recente un tubo fuorilegge grazie al quale il proprietario di una villa riempiva la propria piscina: il titolare della fornitura illegale ha ricevuto una sanzione economica di 12mila euro. Due mesi fa la Gori (acronimo di Gestione Ottimale Risorse Idriche), che gestisce il servizio idrico in 76 Comuni, nel Nolano ha scoperto ben quattro casi analoghi a quello di Anacapri in ville di Palma Campania, Nola, Brusciano e Roccarainola.
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