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sabato 11 agosto 2012

La lista dei sindaci agita il Pd. No di Bersani, ma il cantiere c`è

di Monica Guerzoni da il Corriere della Sera

Sembra di risentire Massimo D`Alema, quando ironizzava sui sindaci del Nordest battezzandoli sprezzantemente «cacicchi». O Giuliano Amato, che liquidava il movimento Centocittà di Francesco Rutelli derubricandolo a «cento padelle». Sono passati tré lustri, ma per i corsi e i ricorsi della politica il centrosinistra si ritrova di colpo alla casella di partenza. Le liste civiche, croce e delizia dell`Ulivo e, oggi, del Pd. I sindaci non si fermano, lavorano a un manifesto politico e si preparano a lanciare il movimento «arancione». Il come, il quando e anche il «se» dipenderanno dalla legge elettorale, ma al Corriere il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris, ha confermato che il cantiere è aperto e che dalla lista civica, pensata per limitare i danni del grillismo in ascesa, potrebbe anche nascere un soggetto politico. Mesi fa Pier Luigi Bersani aveva valutato attentamente l`iniziativa e fatto pesare dai sondaggisti il possibile apporto della lista. Ma adesso sembra averci ripensato. Tre giorni fa ha chiesto al responsabile Enti locali, Davide Zoggia, di smentire le voci di un accordo con Giuliano Pisapia e Nichi Vendola per «sponsorizzare» il listone arancione. Dopodiché, il fiorire di interviste e dichiarazioni dei sindaci lo ha convinto a stoppare in prima persona il progetto. «Non so da dove sia venuta fuori questa cosa — ha detto ieri il segretario all`Unità —. Vendóla e io abbiamo detto che ci interessa moltissimo che questo grande campo progressista abbia dei protagonisti sociali e istituzionali che vengono da realtà diverse e quindi ci rivolgiamo anche ai nostri amministratori.


Ma non abbiamo mai pensato a liste di sindaci». Al vertice del partito la questione è stata ampiamente discussa, segno che il problema è squisitamente politico e sta agitando non poco i democratici. Massimo D`Alema è contrario. E se pure Bersani aveva pensato di avallare la nascita di una lista studiata per fermare il vento dell`antipolitica e pescare nel mare magnum del non-voto, ora si sarebbe convinto che non si può dare in appalto all`estemo un compito che spetta al Pd: quello cioè di aggregare forze tresche della società civile. «La lista dei sindaci sarebbe un errore — spiega Matteo Orfini, l`esponente della segreteria che per primo si è opposto all`idea — Per scongiurarlo dobbiamo chiarire che sono le liste del Pd a doversi aprire alla società civile. Emiliano, Fassino e Merola, solo per citarne alcuni, sono dirigenti del Pd e da loro mi aspetto un contributo per fare meglio le nostre liste, non per patrocinarne una fuori dal partito». Chiudere la pratica non sarà facile. Il sindaco di Torino, Piero Fassino, ha detto a Repubblica che l`ipotesi è «da verificare», ma non va scartata a priori e che se l`apertura alla società civile «origina anche delle liste elettorali, ben venga». I sindaci sono incandidabili e se si limitassero a lanciare il movimento, senza dimettersi dai municipi, l`appeal degli «arancioni» sarebbe ben minore. Ma al Pd nessuno è pronto a giurare che Michele Emiliano non stia pensando di fare il grande passo. «La lista nazionale? È un disegno nel cielo…», sospirava due giorni fa il primo cittadino di Bari, cui però spetta il copyright dell`idea. Sabato a II Fatto quotidiano Emiliano ha confermato che da un anno sta lavorando in tandem con De Magistris alla «piattaforma di base» del movimento e alla scelta dei candidati per il Parlamento. Il giovane Massimo Zedda (Cagliari) si è tirato fuori giurando fedeltà a Vendola, Marco Doria (Genova) è dubbioso, Giuliano Pisapia ne ha parlato con Bersani però non ha ancora assunto una posizione ufficiale. Quanto a Matteo Renzi, il quasi-sfidante del segretario ha smentito a suo tempo di voler fare una lista civica: «Resto nel Pd, che è casa mia». Se dunque Bersani confermerà il niet, i sindaci democratici che volessero proseguire sulla strada del movimento arancione dovranno farlo a dispetto del partito. Quali siano i rischi di cui è portatore il futuribile «partito dei sindaci» si comprende rileggendo le parole con cui si è smarcato il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. Se Bersani dovesse dare il suo «benestare» a una simile lista, ha dichiarato il presidente dell`Anci, «vorrebbe dire che il Pd non esiste più, è finito». Un monito che basta a spiegare i tormenti del segretario.

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