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sabato 27 ottobre 2012
Lotta al bracconaggio, residenti sul piede di guerra
Sorrento - Non sono bastate tre operazioni consecutive
del corpo forestale dello Stato
di Castellammare di Stabia a
frenare l’escalation del bracconaggio sulle colline della costiera sorrentina dove da almeno una settimana riecheggiano senza sosta gli spari dei
cacciatori intenti a massacrare le specie volatili nel loro passaggio di migrazione.
Stavolta ad insorgere sono i residenti, coloro che vivono nei centri abitati delle colline, svegliati alle prime luci dell’alba dai colpi di carabina, dai pallini che ricadono su vetri e tettoie, addirittura da uccelli feriti e terrorizzati che nel tentativo di fuggire sbattono impietosamente le ali contro le finestre delle case in cerca di aiuto.
Nei precedenti tre blitz dell’operazione denominata “Sogni D’Oro” le
giubbe verdi della forestale ed i volontari del Wwf avevano identificato e distrutto numerose postazioni tra Massa Lubrense, Piano di Sorrento e Vico Equense, sequestrando decine di casseforti cementate
nella roccia, impianti fonofili, fili elettrici, campane e richiami acustici che riproducono il verso di determinate specie di uccelli. Non è bastato.
L’esercito dei bracconieri ha riconquistato in breve tempo le posizioni perse aprendo di nuovo il fuoco contro gli stormi di passaggio e lasciando non raccolti tra la vegetazione decine di uccelli feriti e morenti. Impossibile dormire per coloro che vivono sulle colline costretti
a convivere con una attività venatoria esercitata a tutto spiano e senza alcuna regola. Proteste vivaci giungono anche dal wwf penisola
sorrentina i cui volontari trovano spesso messaggi di soccorso nella
segreteria della sezione da parte di cittadini che rinvengono nel proprio giardino esemplari di poiana, fringuelli, gazze, pettirossi, merli e
fagiani che raggiunti dai colpi dei bracconieri cadono al suolo e non
hanno più la possibilità di riprendere il volo. Intanto cresce il business
del mercato nero dove le specie volatili catturate vengono successivamente vendute dagli stessi bracconieri. Fringuelli, allodole, tortore,
quaglie con il prezzo di una allodola che può oscillare tra i 50 ed i 100
euro.
Oltre alle tecniche tecnologiche o rudimentali per la cattura i bracconieri spesso si impossessano di uova e piccoli appena nati dai nidi dei
rapaci contribuendo alla estinzione delle specie a rischio. La caccia
non perdona nemmeno i morti perché spesso le femmine dei fringillidi e gli altri passeriformi vengono uccisi e dirottati nei mercati del
nord Italia per cucinare la polenta. (Fonte: Vinmar da il Giornale di Napoli)
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