Fonte: Adolfo Pappalardo da Il Mattino
A distanza di quasi due anni ecco di nuovo le ombre sul voto a Napoli. Accuse di irregolarità e procedure poco chiare domenica scorsa, secondo i renziani. E scoppiano qualche ora prima dell'arrivo in città di Bersani e Vendola e a tre giorni dal ballottaggio. Senza contare il tour, non programmato, oggi in città del sindaco di Firenze.
Accuse circostanziate presentate ieri dal comitato Renzi di Napoli con un esposto formale al coordinamento nazionale e provinciale e al collegio dei garanti.
Perché, dicono nell'esposto «sono state distrutte le liste dei votanti napoletani alle primarie e le schede elettorali». Impossibile quindi un reale controllo, ex post, su chi e come ha votato domenica scorsa. Restano agli atti solo i verbali e il registro con gli elenchi di chi si era preiscritto.
E pensare che stavolta tutto doveva filare liscio. Regolamenti e procedure verificati quasi ossessivamente per evitare accuse dopo il voto. Per lasciarsi alle spalle, soprattutto, l’ombra del maneggio, del voto comprato, dell’imbroglio che nel gennaio del 2001 portarono all’annullamento delle primarie per la scelta del candidato sindaco e al commissariamento del Pd napoletano.
Stavolta invece, nonostante i controlli certosini dei giorni precedenti, le doppie procedure, i verbali caricati nel portale nazionale solo con l’inserimento di un pin spedito sul cellulare del presidente di seggio, ecco l’intoppo che rischia di trascinarsi dietro nuovi veleni.
Perché lunedì mattina un dirigente del Pd, senza consultarsi con nessuno, pensando di fare una cosa utile, chiama l’Asìa e chiede di portare via tutto il materiale che si era accatastato nella notte nel quartier generale di Città della Scienza. E, quindi, non solo i verbali dei singoli seggi che sono stati già spediti a Roma ma anche l’elenco di chi è andato realmente a votare e le schede di voto. Come pagare una multa e buttare via il versamento.
Una leggerezza che, annuncia qualcuno del Pd lunedì pomeriggio quando si viene a sapere del trasporto, può aprire il fronte a contestazioni. Addirittura si cerca di individuare il camion che si è occupato del trasporto per far tornare tutto indietro. Troppo tardi. E le contestazioni, eccole, puntuali arrivano. Infatti 48 ore dopo il voto quando, regolamento alla mano, è ancora possibile fare una contestazione ufficiale il comitato napoletano di Renzi chiede gli elenchi e le schede. «Su esplicita richiesta, siamo venuti a conoscenza che, in data 26/11/2012, alle ore 12.30, sono state destinate al macero gli elenchi degli elettori votanti e delle schede elettorali», scrivono nell’esposto. Aggiungendo una ulteriore stilettata: «V è stata una circolazione incontrollata dei certificati elettorali».
Veleni questi. Ma denunciano come «la mancanza delle liste dei votanti, già andate distrutte, rende impossibile l’esercizio di una adeguata attività di controllo circa il corretto svolgimento delle operazioni di voto, nonché circa i reali aventi diritto al voto in sede di ballottaggio». Che tutto il materiale cartaceo sia andato distrutto non lo negano i bersaniani che però minimizzano. «A Città della Scienza sono arrivati i camion dell’Asìa e si sono portate via tutte le carte. Ma capiamoci - spiega Ciro Cacciola, presidente del comitato Bersani - è una cosa che sapevano tutti, renziani compresi, che hanno tranquillamente controfirmato tutti i verbali spediti a Roma». Mentre scoppia pure la polemica su chi si è iscritto per votare solo al ballottaggio: duemila a Napoli. Ma non hanno ricevuto ancora l’ok
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