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lunedì 24 dicembre 2012

Vittorio Sgarbi al Museo Correale

Presentato il libro “Nel nome del Figlio. Natività, fughe e passioni dell’arte” 

di Antonino Siniscalchi

Sorrento - È impossibile prescindere dal Cristo in ambito religioso, storico o culturale in senso lato, ma in particolare quanto sia impossibile prescindere da Cristo nella storia dell’arte. È il filo conduttore del libro “Nel nome del Figlio. Natività, fughe e passioni dell’arte”, il volume di Vittorio Sgarbi, presentato questa sera nella Sala degli Specchi del Museo Correale, a cura delle Amiche del Museo. In prima piano anche le Natività di Antonio Esposito, Raffaele Troncone, Francesco Centomani, Maurizio Sammartino, Alfredo Molli, Salvatore Ivan Di Francesco, Giuseppe Sannino e Marcello Aversa. L’incontro, coordinato da Antonino Siniscalchi, introdotto dalla presidente Annunccia Pane e dal giornalista Angelo Ciaravolo, ha entusiasmato i partecipanti per la versatilità con la quale Vittorio Sgarbi ha spaziato nella illustrazione della figura del Cristo nell’arte, un eroe, un rivoluzionario, un uomo che incarna il progetto di Dio. Così come la figura di Cristo è giustamente elemento ispiratore dell’arte, analizzata dall’architettura alla pittura, dalla scultura alla letteratura, nel libro di Vittorio Sgarbi. A me è toccato l’onore e l’onere di illustrare gli aspetti salienti, il filo conduttore del volume, in già nel titolo l’autore fa capire che tutta la storia dell’umanità ruota intorno al nome di Cristo.


Per Vittorio Sgarbi, Cristo è un eroe, un rivoluzionario, un uomo che incarna il progetto di Dio. Così, la figura di Cristo è giustamente elemento ispiratore di tutta l’arte. Gesù Cristo ha realizzato un cambiamento rivoluzionario nella storia dell’umanità, e Sgarbi alimenta questa tesi passando in rassegna alcuni fondamentali capolavori artistici. Una riflessione importante: le rivoluzioni non le fanno i padri: le fanno i figli. E se Dio ha creato il mondo, il figlio lo ha salvato perché nel nome del padre riconosciamo l’autorità, nel nome del figlio affrontiamo la realtà. I più grandi capolavori dell’arte hanno come protagonista il Figlio, mentre Dio, quando si manifesta, s’affaccia dall’alto benedicente. Alcuni esempi suffragano queste convinzioni e tanti sono gli esempi portati da sgarbi, tra cui: - il giudizio universale di Michelangelo; - il battesimo del Cristo di Giovanni Bellini nella Chiesa di Santa Corona a Vicenza. Il protagonista è Gesù, il Padre Eterno, invece, “non fa” e questo ne limita la rappresentazione. Il Padre Eterno, a partire dai bassorilievi di Wiligelmo, appare essenzialmente nel momento della creazione di Adamo ed Eva, poi si vede poco, occhieggia qua e là… Cristo, invece, domina. Ed è – Cristo – il Figlio a cui il Padre ha delegato il destino dell’uomo. Infatti…il mondo cambia…nel nome del Figlio. Cristo…grande protagonista della storia dell’umanità, Cristo…eroe della salvezza, Cristo…rivoluzionario perché il mondo di cambia nel nome del Figlio. Cristo è anche l’elemento ispiratore di tantissime opere d’arte perché il Cristianesimo è la religione del Figlio… la religione del Figlio che – a differenza del Padre - è dentro il mondo. È il Figlio a realizzare il cambiamento del mondo e in questo senso è un rivoluzionario perché Dio ha creato il mondo e il figlio lo ha salvato. Dio ha creato l’uomo e il Figlio ha attuato la redenzione dell’uomo. Dal fascino della figura di Cristo, dunque, è scaturita l’immensa realizzazione di opere d’arte che l’hanno visto come elemento ispiratore. Così, dopo avere esplorato con tutta la sua sapienza, un’immensa galleria di capolavori, Vittorio Sgarbi giunge ad affermare, tra l’altro, che “nessuna religione ha ispirato e prodotto tanta arte, letteratura e poesia”. Inutile aggiungere che questa tematica difficile e complessa è stata affrontata da Vittorio Sgarbi con la sua riconosciuta eloquenza diretta e incisiva senza mai smarrire il filo conduttore della sua opera: la più grande rivoluzione compiuta nella storia dell’uomo è legata al nome di un Figlio…il Figlio di Dio. Senza dimenticare, però, che pure per l’umanità sono i figli a cambiare il mondo dei padri.

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