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domenica 20 gennaio 2013

Tensioni sulle liste Pdl, Berlusconi vuole la linea dura su 'impresentabili'



Nervi sempre più tesi nel Pdl, alle prese con la definizione delle liste. Le trattative su Campania, Sicilia e Lazio sarebbero ancora in alto mare, a pochi giorni dalla presentazione dei candidati. Con il passare delle ore, infatti, il quadro politico si sarebbe complicato. Anche alla luce dello strappo di Claudio Scajola che ha annunciato di non voler più correre. A palazzo Grazioli, dove è riunito in maniera permanente una sorta di comitato ristretto, presieduto da Silvio Berlusconi, per la scelta dei nomi, si respira un clima molto difficile. Sul tavolo c'è innanzitutto la questione dei cosiddetti 'impresentabili'. Secondo quanto si apprende da fonti parlamentari, starebbe prevalendo la linea dura.
Il Cavaliere si starebbe convincendo della necessità di dare un segnale forte non candidando chi è sottoposto a vario titolo a procedimenti penali. Rischierebbero quindi di restare fuori esponenti di spicco del partito: non solo Marcello Dell'Utri ma anche Nicola Cosentino, che era dato sicuro al Senato in terza posizione. Secondo alcuni l'ex sottosegretario all'Economia, di fronte ad un'eventuale esclusione, avrebbe chiesto garanzie per assegnare seggi certi ad alcuni suoi fedelissimi. Sarebbero quindi fuori dai giochi anche tutti coloro considerati in bilico in questi giorni: da Alfonso Papa a Marco Milanese a Luigi Cesaro (anche se secondo alcune voci l'ex presidente della Provincia di Napoli potrebbe cedere il posto a suo figlio Armando). Frenetici contatti ed incontri in via dell'Umiltà: ci sarebbe stata una riunione per definire le liste in Campania 2, alla presenza dell'ex ministro Mara Carfagna e dell'ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma. Gli ultimi sondaggi in suo possesso, certamente, ma anche l'operazione di 'repulisti' del Pd (che ha deciso di tener fuori gli 'impresentabili' per problemi con la giustizia come Crisafulli, Papania e Caputo) sarebbero stati alcuni dei fattori determinanti per la linea dura chiesta dal Cavaliere. Una linea diversa da quella tracciata fino ad ora da Denis Verdini.
 
La decisione di cambiare rotta, sarebbe arrvata questa mattina dopo una nottata di delicate trattative. Raccontano poi che ad avvertire gli esclusi sarebbe stato l'avvocato Niccolò Ghedini, incaricato di 'scremare' le varie candidature soprattutto sotto il profilo processuale. Le riunioni in via dell'Umiltà e palazzo Grazioli continuano e si cerca di trovare una soluzione che garantisca la massima trasparenza delle liste in tempi brevi, visto che la dead line della consegna delle candidature scade alle 20 di lunedì.
A destare scalpore nel partito è stata la rinuncia di Scajola alla candidatura in Parlamento di un fedelissimo del Cav come Scajola che ha motivato così la sua scelta: "Per la dignità mia e della mia famiglia non sopporto più esami da parte di alcuno sulla mia moralità". L'ex ministro dello Sviluppo si è difeso spiegando di aver "inanellato solo archiviazioni e procedimenti" riferendosi a tre procedimenti giudiziari: la vicenda della casa vicino al Colosseo (archiviata dalla Procura di Perugia dopo due anni di indagini), l'inchiesta sul porto di Imperia (archiviata una decina di giorni fa da parte della stessa Procura) e le indagini su Finmeccanica condotte dal pm Woodckok. L'esclusione di Scajola, che guidò Forza Italia durante la cosiddetta traversata del deserto, e considerato l'uomo macchina del movimento azzurro, raccontano, avrebbe avuto ripercussioni sul nodo delle liste, soprattutto in Campania. Partita tutta aperta sarebbe anche nel Lazio dove potrebbero esserci altre 'vittime eccellenti', qualora prevalesse la scelta di tener fuori dai giochi i cosiddetti 'impresentabili'. (Fonte: Adnkronos)


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