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Andrea Buonocore |
Vico Equense - La caccia al
successore di Matteo De Simone
è aperta. Le dimissioni
- a sorpresa - dell’ormai
ex presidente del consiglio
comunale hanno lasciato
un vuoto nell’amministrazione
comunale compensato
dall’entrata in consiglio di
Vincenzo Cioffi, primo dei
non eletti del gruppo Pdl. Ed
è proprio il partito di Berlusconi
a poter strappare di
nuovo la presidenza dell’assise
cittadina. I rumors
indicano come potenziale
candidato al dopo-De Simone,
il consigliere comunale
di maggioranza Andrea
Buonocore.
Nel corso dei prossimi
giorni, potrebbe essere
convocato un vero e proprio
summit di maggioranza con
il sindaco Gennaro Cinque
chiamato a risolvere
la questione, ascoltando
tutti i gruppi di maggioranza
e trovando dunque il
nome giusto da portare in
aula e far eleggere come
neo-presidente del consiglio
comunale. Buonocore
potrebbe essere il candidato
capace di poter raccogliere
più adesioni. Anche perché
la pubblica assemblea non è
convocata da mesi, proprio
come sta avvenendo a Sorrento.
Si rischia lo strappo?
Finora non c’è tensione
ma chissà che il duello per
strappare la poltrona non
possa produrre degli scossoni
improvvisi.
De Simone ha lasciato la
presidenza del consiglio
comunale venerdì quando
con una lettera ufficiale ha
comunicato la sua decisione,
irrevocabile, a tutti «gli
amici» dell’amministrazione
comunale. Motivi personali,
si legge nella lettera di
addio, anche se qualcuno
sussurra di un De Simone
non in linea con la strategia
di Cinque. Voci, solamente
voci. Almeno per il momento.
Intanto l’opposizione resta
in pressing. Spinge affinché
venga al più presto convocata
la pubblica assemblea
per discutere di tematiche
importanti e prendere provvedimenti.
Su tutti c’è la lotta
alla criminalità con l’eventuale
istituzione sul territorio
comunale di uno sportello
anti-racket. Senza dimenticare
la lettera inviata al
prefetto di Napoli dai consiglieri
Scaramellino, Maresca
e Starace con cui è richiesta
la sospensione dall’incarico
del sindaco Cinque condannato
in primo grado per
tentato abuso d’ufficio.
(Fonte: Metropolis)
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