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giovedì 25 aprile 2013

Giudice di pace, nuovo tentativo per la salvezza

Sorrento - Giudice di pace di Sorrento, nuovo tentativo delle amministrazioni comunali per scongiurare il rischio di una chiusura anticipata dell’ufficio messo nel mirino dal provvedimento assunto mesi fa dal governo guidato dal premier Mario Monti. Le giunte municipali della costiera hanno approvato un protocollo d’intesa che andrà trasmesso entro lunedì prossimo al ministero di Grazia e Giustizia raccogliendo al meglio le richieste dell’associazione avvocati della costiera. L’obiettivo è salvare l’ufficio del giudice di pace di Sorrento, anche con l’autotassazione. Il provvedimento punta soprattutto sui costi, visto che le spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nella sede del giudice di pace di Sorrento di cui i sindaci chiedono il mantenimento restano a carico dei Comuni della penisola sorrentina, incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione degli enti municipali. Le spese attualmente sostenute per la locazione della sede del giudice di pace di Sorrento ammontano a 14mila 603,48 mensili. Soldi che per il cambio di sede dello sportello saranno ripartite tra i vari Comuni in base al numero dei loro abitanti nel protocollo d’intesa a stipularsi, nel quale si indicheranno le modalità di messa a disposizione da parte dei Comuni sottoscrittori del personale amministrativo necessario all’ufficio del giudice di pace. In estate l’amministrazione di Sorrento intervenne anche sulla sede distaccata del Tribunale, pronta ad essere cancellata. «Perdere l’ufficio – fu scritto nella delibera votata a luglio - significherebbe perdere un presidio di legalità, che, se pur non caratterizzato dal fenomeno della criminalità organizzata, pone un vero e proprio allarme sociale, visto che l’accorpamento a Torre Annunziata significherebbe mettere in secondo piano questa necessità di tutela, rispetto alle esigenze dettate dalla criminalità organizzata, presenti sul territorio del tribunale accogliente». Adesso le amministrazioni ci riprovano. (Fonte: Sal. Da. da Metropolis)

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