Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - In politica può avvenire davvero
di tutto. Alleanze che si spaccano a
una manciata di centimetri dall’accordo,
nemici che trovano intese impensabili.
E’ una materia difficile da
capire. Anche quando l’esito di una
storia sembra già scritto. E da tempo.
D’altronde lo sa bene Gennaro
Cinque.
A Vico Equense, da giorni, neppure
si poteva scommettere sulla riconferma
del sindaco. Nessuno era disposto
a puntare un euro su una fumata
bianca in aula per il pezzo da
novanta del Pdl. Per tutti, oramai, lo
scioglimento dell’amministrazione
era dietro l’angolo, quasi come se si
attendesse soltanto il «no» al bilancio
consuntivo 2012 in
aula e quindi decretare
l’addio ai sogni di gloria.
Magari per puntare al
terzo mandato consecutivo.
D’altronde, Cinque
non aveva faticato troppo
a far trapelare il progetto
di salutare i compagni
di viaggio, spedirli
a casa senza troppi complimenti
e rimettersi in
moto per le elezioni anticipate.
Che, sia chiaro,
non ci saranno.
Perché dopo polemiche,
caos, veleni, fratture, colpi
di scena e dietrofront,
il sindaco ha avuto la dimostrazione
che, almeno
per ora, la maggioranza
gli è fedele. Undici sì, tre
«no» mentre il gruppo
di Dilengite preferisce
allontanarsi come aveva
fatto un paio di settimane
fa nel corso della seduta farsa
dell’assise cittadina,
in cui né il primo cittadino né i suoi
discepoli si erano presentati in sala
consiliare. Stavolta ci sono, coi volti
tirati e tanta tensione in corpo. Ed
è già un segnale eloquente, dopo
la riunione convocata pochi minuti
prima dell’avvio dei lavori.
La discussione
si fa subito infuocata, c’è
uno scambio di accuse incredibile e
anche nella minoranza tira un’aria
tesa. Non c’è un accordo sul da farsi
fra il gruppo «In Movimento per
Vico» e quello fedele all’ex sindaco
Dilengite.
Ma si capisce che il commissariamento,
almeno per adesso, può attendere.
Quando il presidente del
consiglio, Maurizio Cinque, ancora
fi nito nel mirino dalla maggioranza
che è tornata a chiedere le dimissioni,
dà il via alle operazioni di voto,
gli uomini del sindaco, con un pizzico
di orgoglio, alzano la mano.
Votano a favore. Anche se l’impressione
è che «salvino» per ora il
primo cittadino del Pdl perché non
volevano subire lo smacco di un via
libera al bilancio decretato soltanto
dall’opposizione.
Nel corso della seduta, molto chiaro
l’intervento del consigliere del
Pdl, Savarese: «Le discussioni interne
restano e innegabile ma gli
irresponsabili, in questo momento,di certo non siamo noi». Sugli scudi
Natale Maresca, esponente dell’opposizione
storica di centrosinistra
che giorni fa aveva anche fatto trapelare
l’intenzione di essere disposto
- contrariamente ai propri «ideali»
- di votare a favore dello strumento
economico finanziario per evitare il
crac dell’esecutivo municipale.
«Questo - ha dichiarato Maresca - è
uno dei peggiori consigli comunali
della storia di Vico Equense, che
merita senza alcun tipo di dubbio di
andare a casa perché così non si può
andare avanti». E adesso? Cinque si
ritrova al fianco assessori prima «dimissionati
» e poi richiamati al proprio
fianco a un passo dal baratro.
In particolare dopo la bordata del
prefetto di Napoli, Francesco Antonio
Musolino, che l’aveva invitato
a convocare al più presto la pubblica
assemblea per votare il bilancio
consuntivo. Cosa fatta, con discreto
ritardo sulla tabella di marcia.
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