Di Martino, delegato al turismo, contro i consiglieri dissidenti: «Hanno mandato ko la coalizione»
Fonte: Metropolis
Vico Equense - «Si sta facendo
tardi e forse tra poco non sarà più
possibile rimediare». Comincia
così lo «sfogo» di Antonino Di
Martino, ex assessore al bilancio.
Alleato del sindaco Gennaro
Cinque, interpellato sulla crisi
politica, non ha peli sulla lingua
e conferma le voci: per evitare lo
scioglimento anticipato, il neo
presidente del consiglio comunale
- Maurizio Cinque di «Colline
Vicane» epurato dalla maggioranza
per contrasti interni con
la coalizione così come dichiarò
il primo cittadino ed eletto coi
voti dell’opposizione e di qualche
dissidente della squadra di
Cinque - deve dimettersi consentendo
a un candidato scelto
dall’esecutivo di prendere il suo
posto. Ma i margini di manovra
sono ridotti. Di questo passo, al
prossimo consiglio comunale,
in cui si dovrà votare il bilancio
consuntivo, salterà il banco. E ci
sarà il commissariamento con
il sindaco in grado di potersi
ricandidare per la terza volta
alla guida della città. Di Martino
punta l’indice non solo contro
Maurizio Cinque, ma anche contro
i consiglieri allontanati dalla
maggioranza: Lora Cristallo e
Andrea Balestrieri.
«Forse è meglio ricapitolare
quanto accaduto in questo scorcio
di 2013 - dice l’ex assessore -.
Tre della maggioranza, peraltro
tutte new entry, non saprei con
precisione perché,
attraverso
prese di posizione
improvvise
assumono in
consiglio atteggiamenti
diversi
da quelli concordati
insieme
alla maggioranza.
Tali reiterati
comportamenti,
mai giustificati,
anche su
argomenti importanti
per la
vita dell’amministrazione,
obbliga
il sindaco
a fare una dichiarazione che
congela la loro partecipazione
in maggioranza.
Nonostante
la grave decisione politica del
sindaco, provocata e obbligata, i
nostri per tutta risposta inveterano
ancora comportamenti degni
di ben altra causa che quella di
agire contro Cinque, diventato
dal migliore possibile quando
ha accettato la loro candidatura,
al peggior tiranno in 12 mesi. A
nulla valgono ripetuti e plurimi
inviti alla serietà comportamentale
ricordando a Cristallo,
Maurizio Cinque e Balestrieri che
forse la brevissima esperienza di
consigliere non permetteva loro
di avere la giusta cognizione di
quello che stavano combinando e
dei danni politici provocati. Invece,
in un altro momento delicato
di questa consiliatura, in cui era
necessario divenire pompieri e
marcare serietà e rispetto per la
città e i cittadini elettori, c’è stata
la corsa a chi meglio sapeva fare
l’incendiario. Come sempre senza
alcun preavviso, manco ufficioso,
i tre consiglieri in uno con tutta
la opposizione compresa quella
di sinistra, nel consiglio di inizio
aprile, con una manovra degna
dei peggiori anni Ottanta, sovvertono
la maggioranza “elettorale” voluta dagli elettori e ne formano
un’altra “di palazzo” consacrando
il tutto con la elezione a
presidente di uno dei consiglieri
della troika: Maurizio Cinque.
Ovviamente la “violenza” della
manovra di palazzo ha indotto il
sindaco, in accordo con noi assessori,
ad azzerare tutto in quanto
non essendoci più la maggioranza
inevitabilmente non si poteva
più governare. Per il consiglio
del 29 scorso, l’ex maggioranza
elettorale, divenuta minoranza
per la manovra di palazzo, ha
lasciato campo libero alla nuova
maggioranza politica che vuole
governare a dispetto del sindaco
e degli elettori per metterla alla
prova. Alla prima prova il fallimento
più completo, esplicito,
dannoso e grottesco. L’incendio
che i sovvertitori hanno provocato
sta scottando e infiammando
gli stessi che l’hanno provocato.
Mettendo a reale rischio di scioglimento
il consiglio. Adesso è
necessario, se si vuole tentare di
riprendere la consiliatura, che si
azzeri la “nuova maggioranza”
spuria e non voluta dai cittadini,
attraverso l’azzeramento e la
messa a disposizione della presidenza
del consiglio»
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