Cattedrale gremita,
presente anche Di Pietro
Il cordoglio alla famiglia
dell’ex ministro ai trasporti
Fonte: Metropolis
Sorrento - Una chiesa gremita, troppo
piccola. Amici, familiari, parenti, politici,
conoscenti con gli occhi gonfi di dolore
e il cuore spezzato. Una folla commossa,
che all’uscita del feretro si è lasciata
andare a un lungo applauso. Un saluto,
l’ultimo, a una persona che tanto si era
impegnata per la sua Sorrento, amandola
fino in fondo con tenacia, determinazione
e trasparenza sognando magari di
poterla cambiare per un futuro migliore.
Poi l’incredibile dramma di venerdì pomeriggio,
quando lanciandosi nel vuoto
dal ponte della stazione della Circumvesuviana
di Seiano, ha deciso di togliersi
la vita, di ritorno da Roma.
Un vuoto incolmabile, quello lasciato da
Giovanni Antonetti, l’avvocato coordinatore
dell’Italia dei Valori scomparso
tragicamente all’età di 33 anni.
Ieri mattina i funerali alla Cattedrale di
Sorrento. Una funzione lunga e toccante,
celebrata dal parroco don Carmine
Giudici, a cui ha presenziato anche Antonio
Di Pietro. Il presidente dell’Italia
dei Valori, spesso, amava raggiungere
Sorrento per incontrare uno fra i suoi
rampolli preferiti, assieme agli amici
di partito, gli ex parlamentari Nello Di
Nardo e Antonio Palagiano.
Un legame politico e umano, lungo anni.
Scosso, col volto tirato, l’ex ministro dei
trasporti - poco prima della Messa - si
è avvicinato alla famiglia Antonetti.
Ha abbracciato i genitori dell’avvocato
- papà Giancarlo e mamma Rosaria - e
il fratello Renato e la futura moglie Stefania.
Poi, in un angolo, ha pregato per
«Giogiò». Così come le centinaia di persone
che si sono raccolte anche all’esterno
della Cattedrale. Una chiesa dove il 22 giugno l’avvocato avrebbe dovuto
sposare la sua Stefania.
L’omelia di don Carmine, nel corso della
celebrazione, ha toccato l’animo di chi,
Antonetti, lo conosceva per davvero.
«Giogiò - l’ha ricordato così il parroco -
era sempre presente alla funzione domenicale
delle 11. Non potevi non notarlo
quando ti fissava e, magari con un cenno
d’assenso o con un incrocio di sguardi,
ti faceva capire di condividere o meno il
tuo pensiero. Giovanni ha avuto coraggio,
grande coraggio. Si è sempre battuto
per il meglio, nei valori e negli ideali in
cui credeva con una forza d’animo ammirevole.
Non ha mai voluto mettere in un secondo
piano nessuno, non ha mai voluto
accantonare quel suo straordinario
slancio appassionato per questa città e
per tutta la penisola sorrentina. Bisogna
assolutamente ricordarlo così, anche se
ci piange il cuore e tutti vorrebbero una
risposta».
A quel punto, c’è stata la benedizione e
la bara è uscita lentamente dalla chiesa.
Un silenzio irreale, interrotto solamente
dagli applausi, scroscianti, di una folla
sgomenta. Poi il cammino verso il cimitero
dove è stato sepolto.
Su Facebook e non solo, continuano ad
arrivare messaggi di cordoglio e profonda
commozione per l’addio a un ruspante
avvocato che voleva diventare notaio
e che era disposto a tutto pur di ottenere
un domani una penisola sorrentina migliore,
difendendo il verde e auspicando
maggiore trasparenza nell’attività della
pubblica amministrazione.
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