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lunedì 1 luglio 2013

La costiera dice addio a Sorrentino

Vico Equense - La comunità locale e la gente di mare della penisola sorrentina ha salutato nella chiesa di San Ciro, affollata come non mai, uno degli ultimi rappresentanti di una generazione di uomini che hanno concorso a scrivere le pagine più belle del libro della storia della marineria in costiera, Salvatore Sorrentino, (Pappuzzo) classe 1920, palombaro d’altri tempi. Salvatore il mare aveva imparato a conoscerlo ed amarlo da sempre, perfezionando le sue conoscenze nella Regia Marina dove dopo vari imbarchi su unità da guerra (sull’incrociatore Caralis col compito di disinnesco di mine) e sull’incrociatore Giovanni dalle Bande Nere, frequentò un corso per palombari alla Spezia, diventando pioniere di uno dei più affascinati e pericolosi mestieri del mondo. Eccolo quindi all’opera all’ingresso di porti, alla base navale di Gaeta, impegnato nella rimozione dai fondali marini di relitti di navi militari e mercantili, di reti di sbarramento, di aeroplani e di bonifica da tutto quanto pericoloso alla navigazione, un lavoro pericolosissimo supportato grazie anche all’integrità di un fisico particolare. Al termine del conflitto mondiale, mentre scappava da Gaeta su una barca a remi insieme a tre spie tedesche fu fatto prigioniero dagli alleati e trascorse in america tredici mesi di prigionia. Al rientro sposa Anna Esposito da cui ha avuto sei figli Silvana, Marisa, Rossella, Ciro e Stefania, a cui ha trasmesso un amore totale per il mare che continuava a frequentare malgrado un’ embolia che lo aveva segnato per sempre e quel senso di appartenenza alla comunità locale che lo ha salutato quale cittadino benemerito, nel suo ultimo viaggio terreno, partecipando in massa alla celebrazione del rito funebre . (Fonte: Gaetano Milone da Metropolis)

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