Crac trasporti a Vico Equense, Vas e minoranza ai ferri corti

Vico Equense - L’opposizione presenta una mozione per invitare l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gennaro Cinque ad affidare temporaneamente ai privati il servizio di trasporto e il circolo Vas polemizza sull’intervento dei consiglieri Aldo Starace, Natale Maresca e Claudia Scaramellino. Insomma, ancora bagarre sul caso Eav. Ciò che è certo è che gli utenti delle frazioni collinari si ritrovano al centro dei disagi. Serve una svolta e la tensione sale alle stelle. Giorni fa, il circolo Vas aveva informato del caso il prefetto di Napoli, Francesco Antonio Musolino. «Faccia qualcosa perché non c’è traccia di un interessamento della questione da parte della giunta». A seguire, un comunicato stampa dei consiglieri di minoranza in cui è stato annunciata l’interrogazione nella quale si ipotizza l’affidamento temporaneo del servizio di trasporto a soggetti privati. «L’amministrazione comunale di Vico Equense - si legge nella nota del gruppo “In Movimento per Vico” - ha mostrato spesso un atteggiamento di passività,seppure non sono mancate sollecitazioni da parte del consiglio comunale e della popolazione che pochi mesi fa è scesa in piazza per difendere il diritto costituzionale al trasporto ed allo studio». Parole non troppo gradite ai vertici del circolo Vas di Vico Equense. Il coordinatore Franco Cuomo non ha esitato un istante ad andare all’attacco utilizzando parole abbastanza forti. «Perché i tre consiglieri di non maggioranza insieme con gli altri due non chiedono una convocazione d’urgenza del consiglio comunale con all’ordine del giorno la crisi dei trasporti pubblici a Vico Equense?» è il quesito posto da Cuomo. «Loro, i consiglieri, hanno l’obbligo di fare di più,e questo di più passa per il consiglio comunale altrimenti tutte le dichiarazioni di intenti che fanno sono puro “flatus vocis”. Facessero veramente qualcosa e non solo dichiarazioni, queste cose magari le lasciassero fare ad una ininfluente associazione come quella alla quale appartengo». (Fonte: Metropolis)