Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - E’ un dato politico abbastanza
chiaro: la maggioranza
del sindaco Gennaro Cinque
continua ad alzare un muro
e fa sfumare definitivamente
qualsiasi ipotesi di «confronto
» con l’opposizione che, ai
sensi del regolamento, aveva
richiesto l’immediata convocazione
del consiglio comunale.
Una seduta, quella
dell’altra sera, in cui si sarebbero
dovuti affrontare temi
importanti come l’emergenza
trasporti nelle frazioni collinari
con corse saltate all’improvviso
e disagi per l’utenza
senza dimenticare il nuovo
assetto del Piano sociale di
zona, un organismo dal quale
il Comune di Vico Equense è
uscito da qualche tempo con
la decisione dell’amministrazione
di gestire i servizi in
maniera indipendente rispetto
agli altri enti municipali
della penisola. In aula, in effetti,
il numero legale c’era. Si
poteva discutere e deliberare.
Ma la maggioranza non ha
gradito la decisione del presidente
del consiglio Maurizio
Cinque (mesi fa eletto
con i voti della minoranza),
cioè convocare l’assise in pieno
agosto su sollecitazione
dell’opposizione, votando
contro l’ordine del giorno
presentato dai consiglieri di
minoranza Aldo Starace, Natale
Maresca e Claudia Scaramellino.
Quindi tanti saluti e
nuovo polverone.
«E’ stato un ennesimo schiaffo
alla democrazia trasformare
il consiglio comunale in una
commedia con gli attori sulla
scena e, in un angolo dei banchi
consiliari, il regista muto,
il quale da un po’ di tempo
non siede più sugli alti scanni
della sala deputata al consiglio
- si legge in un comunicato
stampa al cianuro diramato
ieri dall’opposizione -.
La maggioranza ha messo in
atto la “prevista” scena madre,
quando in modo del tutto
surrettizio ha bocciato tutto
l’ordine del giorno presentato
dalla minoranza con l’accusa
di riscontrare la mancanza dei
documenti necessari, anche
se in presenza di proposte di
deliberazioni o di mozioni, alcune
delle quali presentate da
lungo tempo e corredate dai
pareri necessari».
Nel corso delle schermaglie
iniziali, alla proposta del consigliere
di opposizione Giuseppe
Dilengite di discutere su
almeno alcuni punti all’ordine
del giorno, la maggioranza ha
risposto di «no». «Non si sono
risparmiate accuse anche alla
persona con discorsi animati
da motivazioni personali più
che politiche per l’assenza del
consigliere Starace, tra i proponenti
dell’ordine del giorno
del consiglio, assenza che tuttavia
non cambiava la sostanza
delle proposte, né faceva
venire meno il numero legale
» è la bordata dell’opposizione.
Che è tornata a parlare
di «dissesto democratico». E
al varco c’è la solita bagarre.
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