Estesi i termini per chi è in debito con il Comune per il pagamento delle imposte locali
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Ampliare la possibilità per i
contribuenti in debito con il
Comune di pagare le
tasse comunali e il rilascio
di autorizzazioni in
sanatoria per il condono
edilizio in più rate
rispetto a quelle già previste
dal regolamento
tributario dell’amministrazione.
Estendendo
in alcuni casi il termine
necessario per liquidare
le somme da versare
all’ente, passando a un
massimo di 36 «tranche
» mensili rispetto
alle 20 previste finora.
Perché la crisi continua
a «strangolare» le famiglie
e arrivare a fine
mese con i conti in ordine
è diventata un’impresa.
Il progetto è stato messo
a punto dall’assessore
al bilancio Antonio Di
Martino ricevendo subito
l’ok dalla giunta. Il
testo sbarcherà a breve
in consiglio comunale
per l’ok definitivo: se
dovesse arrivare il sì,
entrerà subito in vigore.
Le modifiche cambiano
due «articoli»
dell’attuale impianto
normativo dell’ente.
Prima modifica: rispetto alla
versione originale, il testo
prevede che il regolamento
- oltre a entrate tributarie e
patrimoniali – riguardi anche
oneri oblativi, concessori e indennità
risarcitorie ambientali
da riconoscere al Comune.
In pratica, anche quelle per il
condono edilizio. Più ampia la
seconda novità, quella dell’articolo
20 del regolamento, che
interviene sulla sospensione e
la dilazione dei versamenti. Al
momento, l’ente permette la
rateizzazione del pagamento
delle imposte fino a un termine
massimo di 20 mesi. Ora si
passa a 36 mesi.
Lo schema è preciso.
Se l’ammontare
del debito del contribuente
è inferiore al 5% del
reddito lordo, la dilazione
massima è prevista in 7 mesi.
Le rate sono 13 per i debiti
compresi fra il 5 e il 10%
mentre le tranche diventano
20 qualora l’esposizione debitoria
dovesse rientrare in una
fascia compresa fra il 10 e il
20%. Ben 25 rate mensili se il
debito è superiore al 20% ed
inferiore al 50%. Gli ultimi due
casi: 30 rate per chi ha un debito
superiore del 50%, 36 – ovvero
il tetto massimo – in caso
di sforamento della soglia del
100%.
Nel caso di mancato pagamento
della prima rata o di
due rate consecutive, il debitore
perde il beneficio e deve
provvedere a saldare il debito
residuo con il Comune entro
30 giorni dalla scadenza della
rata non liquidata. C’è anche
l’ipotesi che il contribuente
debba presentare all’ente una
polizza fideiussoria a copertura
della dilazione, ma solo
per somme superiori a 15mila
euro: il Comune, comunque,
può in ogni caso escludere la
necessità di presentare la garanzia
economica nelle situazioni
più gravi.
La rata mensile per famiglie e «singoli» contribuenti – ovvero
i «soggetti passivi» - dovrà
essere superiore a 100 euro ma
non supererà mai gli 800 netti,
che diventa la soglia minima
prevista per chi è titolare di
una partita Iva. Ma c’è dell’altro.
Per le dilazioni delle attività
imprenditoriali, lo schema
prenderà in considerazione
l’imponibile della persona
giuridica.
Capitolo a parte merita il
condono. Il tetto massimo
della dilazione è sempre di
36 mesi, con rate anche bimestrali.
Per sfruttare il nuovo
regolamento, oltre a produrre
una fidejussione, l’interessato
dovrà fare richiesta all’ufficio
urbanistica del Comune precisando
numero e periodicità
delle rate impegnandosi a corrispondere
la differenza a saldo
con le maggiorazioni previste
dell’1.5% al tasso legale. Si
dovrà pagare un anticipo per
fare la richiesta di dilazione.
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