Pagine
▼
sabato 19 ottobre 2013
Conferenza su San Catello e Sant'Antonino
Sorrento - La delegazione Torquato Tasso di Sorrento dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, coordinata dal delegato Giuseppe Schettino e Antonino Ercolano, hanno organizzato, presso la prestigiosa Confraternita dei Servi di Maria a Sorrento, venerdì 25 ottobre alle ore 18,30 una conferenza su San Catello e Sant'Antonino. Dopo il saluto ed il ringraziamento ai convenuti del priore del Confraternita dei Servi di Maria Antonino Persico, il delegato dell'Ordine Giuseppe Schettino darà alcune notizie sull'Ordine Cavalleresco, interverranno poi, Giuseppe D'Angelo, Soprintendente all'Archivio Storico del Comune di Castellammare di Stabia che parlerà di San Catello e Vincenzo Russo docente di Storia e Filosofia che parlerò di Sant'Antonino. Il tema dell'incontro consolida il connubio fra la nostra Confraternita di San Catello e Sant'Antonino Patrone della nostra Città.
Della vita di San Catello sappiamo ben poco raccontata da Anonimo sorrentino verso la fine del IX sec. Era vescovo di Stabia (oggi Castellammare di Stabia) quando i Longobardi devastarono la Campania, distruggendo chiese e monasteri. Sant'Antonino abate di Sorrento, si rifugiò presso Catello ed insieme si ritirarono sul monte Aureo dove costruirono un oratorio in onore di San Michele, cercando un vita più eremitica.
Accusato presso il papa di allora di aver abbandonato i suoi fedeli e tradotto a Roma, Catello rimase in carcere per un certo tempo, finché il nuovo papa di cui anche di questo non è detto il nome, lo liberò e in più lo rifornì di materiale per ricostruire l'Oratorio che era in legno. Il primo a divulgare la vita di Sant'Antonino in cui si parla anche di San Catello, fu il padre Teatino Antonio Caracciolo che nel 1626 la tradusse dai manoscritti conservati in alcuni monasteri di Napoli e di Vico Equense che a loro volta erano copie di un codice del monastero di San Renato di Sorrento.
Nessun commento:
Posta un commento
La qualità e l’efficacia del blog dipendono quasi interamente dai vostri contributi. Si raccomanda, perciò, attinenza al tema, essenzialità e rispetto delle elementari regole di confronto. I messaggi diffamatori, scritti con linguaggio offensivo della dignità della persona, razzisti o lesivi della privacy, pertanto, non saranno pubblicati.