I Comuni peninsulari sono pronti ad accollarsi le spese
per scongiurare il rischio della soppressione della sede,
ma il sindaco di Vico Equense non ha ancora dato l’ok
per l’atto che, se inviato al ministero, eviterà la chiusura
Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - I Comuni della penisola sorrentina stanno facendo tutto
il possibile pur di scongiurare il rischio di arrivare al
punto di non ritorno, ovvero alla soppressione dell’ufficio
del giudice di pace di Sorrento. «Sarebbe un’autentica
tragedia» dicono in coro gli avvocati che, più
volte, hanno protestato contro la decisione prevista dalla
riforma della giustizia varata dal governo centrale.
Eppure, qualcosa continua a muoversi. I sindaci della
penisola sorrentina si stanno incontrando spesso, a più
riprese, nell’ultimo periodo. E così hanno deciso di approvare
una sorta di protocollo comprensoriale in cui
viene chiarito che saranno proprio gli enti municipali
ad accollarsi per intero le spese. Un particolare espressamente
previsto dal ministero della giustizia che, se
tradotto in fatti concreti, eviterebbe l’addio all’ufficio.
Sono tutti d’accordo. Massa Lubrense, Sorrento,
Meta e Piano di Sorrento hanno dato il proprio ok già
da alcuni mesi mentre
Sant’Agnello ha seguito
gli altri Comuni
solamente dopo la conclusione
del commissariamento
dell’ente con
l’elezione del nuovo
primo cittadino, l’assessore
provinciale al
turismo, Piergiorgio
Sagristani. Ma all’appello
manca ancora
qualcuno. Manca un
Comune. Che è quello
di Vico Equense. Ed
ormai è bufera.
Il sindaco Gennaro
Cinque non ha preso
parte agli ultimi vertici
fra amministrazioni né
ha inviato un suo delegato alle riunioni in cui si sarebbe
dovuto mettere nero su bianco sulla sorta di protocollo
intercomunale. C’è tensione perché manca solamente
il via libera da Vico Equense. Qualora Cinque dovesse
promuovere l’iniziativa, in tutta fretta, i Comuni della
penisola sorrentina trasmetterebbero a Roma tutti gli
incartamenti per blindare l’ufficio del giudice di pace.
Finora però nessun tipo di cenno. Tutto tace. Cinque
non ha fatto sapere nulla e le amministrazioni comunali
della penisola sorrentina hanno deciso di stringere i
tempi. Gli hanno dato praticamente una settimana per
riflettere sul progetto ed eventualmente per confermare
la sua adesione alla «manovra».
C’è anche una lettera in
cui viene lanciato questo ultimatum al sindaco di Vico
Equense. Che per il momento prosegue a scegliere la
strada del silenzio.
I sindaci della penisola sorrentina si erano uniti già alcuni
mesi fa per tentare il possibile pur di evitare la chiusura
della sede distaccata del Tribunale. Una vicenda
intricata, con polemiche infuocate e anche appelli inviati
al ministero. Basti pensare anche a quello schema di
delibera di giunta approvato da tutti gli esecutivi della
costiera in cui venivano sollevate pesantissime ombre
sulla bontà della scelta attuata dal governo centrale. Fra
i tanti motivi che portarono le amministrazioni comunali
della penisola sorrentina a bocciare il progetto messo a
punto dall’esecutivo centrale anche la cronica difficoltà
di raggiungere Torre Annunziata, futura unica sede del
Tribunale.
Statale sorrentina 145 perennemente in tilt, Circumvesuviana
al centro di una crisi che non sembra vicina
alla soluzione e disagi all’ordine del giorno. Questi i
punti salienti dell’appello, evidentemente non accolto
al meglio dal ministero della giustizia, rilanciato dai sindaci
della penisola sorrentina che ora vogliono salvare
almeno il giudice di pace.
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