Il candidato alla segreteria si appella agli altri esponenti: "Stop al tesseramento per evitare la degenerazione". Dura replica dal fronte del sindaco di Firenze: "Fanno casino e si fingono verginelle"
Già ieri aveva scritto ai garanti del Pd per chiedere un intervento deciso contro la "degenerazione" che mette al rischio la dignità del partito. Oggi Gianni Cuperlo torna alla carica, rivolgendosi direttamente agli altri esponenti in corsa per la segreteria: "Faccio appello agli altri candidati, a Epifani, alla commissione di garanzia: cambiamo le regole in corsa. Fermiamo il tesseramento il prima possibile, entro pochi giorni", dice nel corso di un'intervista a Otto e mezzo. "Non è un modo per comprimere la partecipazione - continua - perché le primarie saranno aperte, ma per dire stop alla degenerazione".
La replica dei renziani arriva dopo pochi minuti. "Cuperlo chiede l'azzeramento del tesseramento?", dice in una nota il deputato David Ermini. "Fatemi capire: Cuperlo candida Crisafulli, lo fa eleggere e poi finge di scandalizzarsi?". E conclude: "Prima fanno casino poi si scoprono verginelle".
Il caos sul tesseramento rischia di far esplodere il congresso del Pd ancora prima che si arrivi alla fase più calda, quella delle primarie. Da Nord a Sud si moltiplicano le denunce di code 'anomale' ai seggi', di percentuali anomale di nuove tessere: dal Piemonte (Asti e Torino) alla Sicilia (Catania, Ragusa e Trapani); dal Veneto (Rovigo) alla Puglia (Foggia e Lecce); dal Lazio (Frosinone) alla Calabria (Cosenza); dalla Toscana (Livorno e Siena) alla Campania (Caserta, Avellino e Napoli). E ovunque c'è uno scambio reciproco di accuse tra gli sfidanti.
Il segretario regionale pugliese Sergio Blasi, in una lettera a garanti e candidati, descrive una situazione surreale con "dibattiti congressuali tenuti di fronte a pochi iscritti, seguiti da votazioni a cui partecipano file di decine e decine di tesserandi in gran parte sconosciuti alla militanza e tutto sotto la regia di locali mercenari della politica". E si appella alla commissione nazionale chiedendo che "si fermi lo scempio". A Cosenza, l'ex deputato Franco Laratta, candidato renziano alla segreteria provinciale, si è ritirato perché "non ci sono più le condizioni minime indispensabili per celebrare un congresso all'insegna della trasparenza".
Luigi Berliguer prova a minimizzare: "La commissione - dice - sta verificando i casi segnalati e la risposta sarà rigorosa e severa perché un fenomeno di questa natura è totalmente incompatibile con l'adesione al Partito". Poi però assicura: "Il quadro che emerge da questa fase congressuale dimostra un'ampia partecipazione al voto e con essa un protagonismo democratico diffuso". (Fonte: La Repubblica)
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