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domenica 10 novembre 2013

Romano Prodi gela il Pd, "Non voterò alle primarie"

Fonte: Agi 

Ancora una giornata di mille polemiche per il Pd. Romano Prodi annuncia che non andrà a votare alle primarie, Guglielmo Epifani replica colpo su colpo a Matteo Renzi e gli ex popolari di Beppe Fioroni protestano per l'annuncio del segretario di voler organizzare il congresso del Pse a Roma, minacciando il ritorno della Margherita. In un giorno di fibrillazioni Renzi invia una mail a iscritti e militanti del partito per difendere il partito e invitare tutti alle urne: "nessuno si tiri indietro". Innanzitutto la doccia fredda dall'ex premier, anche se lui stesso precisa di non voler fare polemiche. Prodi, che gia' non aveva rinnovato l'iscrizione al partito, ha annunciato di non voler andare a votare l'8 dicembre: "Non voterò alle primarie: non per polemica, ma ho deciso di ritirarmi dalla vita politica. Non sono un uomo qualunque, se voto alle primarie devo dire per chi, come e in che modo". "Mi auguro ha detto uno dei padri fondatori - che in tanti vadano a votare, però io credo che sia un bene ormai, avendo fatto un passo indietro, che mi mantenga nella mia coerente posizione". Gianni Cuperlo afferma di rispettare questa decisione per cui si dice però "dispiaciuto": ora "sta a noi convincere, con le nostre azioni e il nostro comportamento, una personalità come Romano Prodi, a cui dobbiamo l'investimento sul progetto del PD, che può tornare a credere e ad avere fiducia nel nostro partito". Se per Prodi quello ad andare a votare e' un augurio, da Renzi arriva un vero e proprio invito a cambiare il partito e il Paese: "tocca a noi, nessuno si tiri indietro".
 
Con una mail, in base alle regole congressuali e nel giorno sorteggiato per lui, il sindaco di Firenze raggiunge circa 450.000 tra iscritti e votanti alle precedenti primarie per dire che "il destino del nostro Paese e' nelle mani di chi legge questa lettera, di chi va a votare, di chi fa delle proposte. Non tutto e' spacciato, anzi". La speranza di Renzi e' che il Pd "provasse finalmente a vincere per cambiare finalmente l'Italia. Senza gli intrighi del passato, dove quando abbiamo vinto abbiamo mandato a casa i nostri leader". Per contrastare il pericolo di disaffezione e di scarsa affluenza alle urne dopo lo scandalo tessere di questi giorni, Renzi difende il partito dalle critiche che giungono da dentro e da fuori il Pd: "chi in queste settimane spara nel mucchio dicendo che ci sono casi anomali nel tesseramento dovrebbe fare i nomi e i cognomi delle singole località. Altrimenti diamo l'impressione che 370 mila persone che vanno a votare sono 370 mila imbroglioni. Non e' cosi'. Se ci sono imbroglioni, si prendono e si cacciano. Ma non si fa di tutta un'erba un fascio". Anche Gianni Cuperlo spiega la sua idea di partito e da Milano, in un controcanto al sindaco di Firenze, assicura: "Nessuno di noi vuole un Pd piu' piccolo e ortodosso, non sapremmo che farcene. Lo vogliamo aperto, largo, inclusivo, perche' la sinistra non esiste senza cambiamento". "La forza della politica e della sinistra - ha concluso - e' pensare il mondo come lo vorrebbe, che poi e' la differenza che passa tra un istituto di sondaggio e l'identita' di un partito, per questo non basta un leder solitario che sconfigga un altro leader, solitario quanto lui". Ma intanto tra Milano e Roma si apre una nuova polemica, quella mai del tutto risolta, della collocazione europea del Pd. Guglielmo Epifani, che durante un incontro organizzato da Gianni Cuperlo ha difeso la scelta di bloccare il tesseramento ed ha replicato alle critiche di Renzi affermando che sulla Cancellieri si e' agito "correttamente", ha annunciato che il Pd organizzera' a Roma il congresso del Pse. Apriti cielo: Beppe Fioroni e gli ex popolari hanno annunciato battaglia. "Un blitz pericoloso e grave" lo definisce l'ex ministro, facendo notare senza mezzi termini che allora "lo scioglimento della Margherita e' annullato". Polemica non fondata, spiegano pero' dal partito, e Giacomo Filibeck, presidente del forum Affari Esteri prova a fare chiarezza: "il Pse organizza il congresso elettorale per il lancio della campagna di Martin Schulz alla presidenza della commissione europea in primavera. Ci ha chiesto se potevano organizzarlo a Roma, noi abbiamo accettato e daremo la nostra collaborazione". "Epifani - assicura Filibeck - ne ha parlato in segreteria e con i quattro candidati che hanno confermato al segretario la condivisione di questo percorso". Altro piano, invece, quello dell'adesione al Pse, che il Pd non ha mai deciso e che sara' valutata dai prossimi vertici del partito dopo le primarie di dicembre.

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