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mercoledì 5 febbraio 2014
Ecomostro di Alimuri, torna in auge l’idea di demolirlo…
Vico Equense - All'indomani delle dichiarazioni del neo assessore al Comune di Vico Equense, Antonio Elefante, torna in auge la vicenda ingarbugliata dell’ecomostro di Alimuri, 18 mila metri cubi di cemento che deturpano una delle spiagge più belle della penisola sorrentina. Deciso più che mai, l'assessore della Giunta del Sindaco Gennaro Cinque, ha asserito che la prima cosa che tenterà di fare è quella di buttarlo giù una volta per tutte... Ormai "vive" lì da cinquant’anni. Con il soffitto sfondato, i tondini di ferro arrugginiti che spuntano dai pilastri e le reti di recinzione abbattute… Tutto parte nel 1964, quando viene rilasciata la licenza per costruire, sulla spiaggia della conca di Alimuri, un albergo di 5 piani. Nel 1967 la licenza viene rinnovata. Nel 1971 la Soprintendenza ordina la sospensione dei lavori e l’amministrazione comunale determina la demolizione della costruzione. Nel 1976 la Regione Campania annulla le licenze rilasciate dal Comune perché in contrasto con il Programma di fabbricazione, ma il Tar Campania nel 1979 e il Consiglio di Stato nel 1982 annullano gli atti adottati dalla Regione. Nel 1986 i lavori sono sospesi dal Comune di Vico Equense perché si rende necessario il consolidamento del costone roccioso retrostante. L’edificio versa in condizioni precarie e degradate e diviene una vera e propria discarica improvvisata. Col tempo aumenta la pericolosità, determinata dalla caduta dei massi dal costone e dalla corrosione del mare. Si avvia un lento crollo del solaio e la staticità della costruzione risulta sempre più compromessa. Nel 1985 la Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia vieta il transito e la sosta di persone e imbarcazioni negli specchi d’acqua antistanti, entro una fascia di 150 metri dal piede del costone. Nel 1987 viene approvato il Piano Paesistico della penisola sorrentina e il discendente PUT (Piano utilizzazione territoriale) che individua l’area di Alimuri come zona di tutela ambientale di primo grado, con divieto assoluto di edificare e trasformare il suolo. Sull’area vige anche un vincolo idrogeologico e l’Autorità di Bacino del Sarno inserisce il costone roccioso retrostante alla struttura tra le zone ad alto rischio. A partire dal 2003 iniziano a succedersi incontri presso la Regione Campania ai quali prendono parte tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nella vicenda per avviare un’azione complessiva volta alla riqualificazione dell’area per conseguire i seguenti risultati: consolidamento del costone, delocalizzazione della struttura, demolizione del manufatto, riqualificazione dell’area. Nel 2007 Francesco Rutelli, ministro dei Beni Culturali, annuncia che il famigerato scheletro dell’albergone sarà finalmente abbattuto. Ambientalisti in festa, trombe e grancasse... Fatto sta che da allora sono passati altri sette anni. E lo scheletro dell'hotel Alimuri è sempre lì…
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