di Antonino Siniscalchi
Sorrento - L’antica tradizione delle palme di confetti in costiera sorrentina ripropone una leggenda che spazia tra il sacro e il profano legata alla Terra delle Sirene: i confetti sarebbero stati il dono di una saracena, approdata durante l'assedio turco, ad un pescatore di Sorrento, per aver avuto salva la vita. Quel giorno del XVI secolo si festeggiava la Domenica delle palme: i sorrentini si preparavano a recarsi in chiesa per la benedizione dell'ulivo, risuonò l'allarme delle campane per l'ennesima invasione dei saraceni. Il prete, già rivestito dei paramenti sacri, uscì sul sagrato con l'aspersorio, invitando non solo le donne, ma anche gli uomini, per la benedizione delle palme. Tutti entrarono in chiesa, tranne un giovane pescatore il quale si recò sulla spiaggia di Marina Grande, quasi attirato da un misterioso richiamo. Mentre il prete benediceva i ramoscelli d'ulivo, scoppiò una tempesta che fece affondare tutte le navi dei saraceni. Si salvò soltanto una giovane schiava. Trascinata sulla spiaggia dalle onde, venne raccolta dal pescatore. Il giovane la condusse in chiesa ed annunciò il miracolo dell'affondamento delle navi saracene. Si verificò, a questo punto, un secondo miracolo.
La fanciulla, gettatasi a terra, gridò piangendo di voler diventare cristiana per ringraziare Dio d'averla salvata dalla morte e dalla schiavitù. Al prete, che le assicurava che avrebbe esaudito il sua desiderio, la schiava offrì l'unico bene in suo possesso: da un sacchetto legato al collo lasciò una manciata di confetti portati dalla sua terra. Mani sapienti seppero trasformarli in fiori variopinti che ancora oggi profumano di ricordi. Le palme di confetti, considerate autentiche opere d’arte, sono oggetto di una lavorazione minuziosa e puntuale tramandata di generazione in generazione. Passione e dedizione guidano le donne che si adoperano in queste composizioni, che spesso coinvolgono l’intera famiglia.
«Questa mostra – spiega Annunziata Berrino, docente di Storia contemporanea, tra le promotrici della riscoperta delle palme di confetti attraverso l’annuale rassegna promossa dalla Commissione comunale per le Pari opportunità di Sorrento – vuole essere soprattutto un ringraziamento alle donne che in penisola sorrentina hanno conservato, tutelato, affinato e tenuto in vita in questi decenni una tecnica artigianale, accontentandosi spesso solo di una gratificazione morale. Ricevere o donare una palma di confetti è un gesto che esprime un affetto particolare: la nonna la dona ai nipotini, la suocera alla nuora, la giovane all'amica. Sono le donne che realizzano questi piccoli gioielli e sono le donne che ne curano il dono nell'ambito della famiglia e delle amicizie».
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