Vico Equense - Spari fuori dallo stadio, petardi e caos: 10 feriti. Un 30enne in condizioni gravissime. Questo il bilancio della partita di Coppa Italia,che si è giocata in un clima di palpabile tensione. Un capo tifoso del Napoli, seduto su una grata della curva Nord, ha partecipato alla convulsa trattativa che ha preceduto l'inizio dell'incontro. È stato lui, riconoscibile per un vistoso tatuaggio su tutto il braccio destro, che ha parlato col capitano del Napoli Hamsik, scendendo sul campo di gioco; ed è stato ancora lui, con ampi gesti, prima a chiedere il ritorno della calma in curva da cui erano state lanciate alcune bombe carta, e poi a dare l'assenso all'inizio della partita quando i funzionari delle forze dell'ordine sono andati sotto gli spalti per comunicare la decisione di giocare.
“Il Napoli ha vinto la Coppa, - commenta Claudia Scaramellino, consigliere comunale di IN Movimento per Vico - ma non possiamo festeggiare nulla, visto che restano vittime sul campo la convivenza civile e lo stesso sport. La sana competizione, che si fonda sulla consapevolezza che nel confronto sportivo "vince il migliore", ha radici antiche nei giochi greci di Olimpia, quando si fermavano anche le guerre tra le poleis perchè il popolo assistesse alle gare. Ma forse al fanatici beceri e violenti di oggi manca proprio quella formazione, che ti fa riconoscere in una partita un confronto di tattica e abilità atletica, più che una guerra in cui l'avversario va fisicamente eliminato per affermare la propria superiorità. A chi dice che la cultura non serve bisogna ricordare questi episodi...” Allo stadio c’era anche Luigi Savarese, consigliere comunale di maggioranza che afferma: "Non so cosa abbiano raccontato i giornali e le tv sugli scontri tra tifosi fuori lo stadio Olimpico di Roma, ma posso dire che purtroppo il nostro calcio è malato, disorganizzato e carente di cultura. Questa è la seconda finale di Coppa Italia che vengo a vedere a Roma in pullman e posso dire che il senso di percolo che abbiamo percepito, questa volta, nel momento in cui ci siamo trovati piombati col nostro pullman negli scontri che hanno provocato quei tre feriti tifosi napoletani, di cui uno in fin di vita, è stato molto forte. È stato assurdo perchè noi ci siamo trovati con il pullman in Viale di Tor di Quinto perché scortati e guidati da una pattuglia della polizia che ci ha agganciato ai caselli autostradali di Roma est.
La stessa pattuglia che nel momento in cui è successo quello che tutti abbiamo sentito, e sinceramente, a noi del pullman è parso che i feriti sono stati causati dagli scontri fra tifosi napoletani e tifosi della Roma, la pattuglia ci ha completamente abbandonato su quella strada in balia di balordi armati... per fortuna ce ne siamo usciti alla svelta. Nello stadio, sugli spalti, non si è visto uno Stewart... posti a sedere senza criterio, scale per accedere alle gradinate colme di gente che non aveva trovato posto (e pensare che il biglietto costava 90€) e le occupava sedendosi per vedere la partita. La partita di calcio sospesa ancor prima di cominciare e non è stata rinviata perchè quattro tifosi scalmanati non lo hanno ritenuto opportuno... L'inno di Mameli fischiato… insomma, il Napoli ha vinto, per fortuna e o per bravura, ma l'atmosfera è stata surreale, tutto ciò non mi porta a godere in alcun modo per la vittoria di un gioco che tanto gioco non è.”
se le forze dell'ordine sarebbero efficaci e non quella zozzeria che ci troviamo, questi episodi non sarebbero nella realtà del calcio italiano. Tutti criticano la pioggia di fumogeni, ma nessuno si chiede come ci entrano all'olimpico? Andiamoci piano a definire il calcio malato...
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