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lunedì 5 maggio 2014

Crisi politica a Vico, il sindaco Cinque: "Sfiduciarmi non sarebbe intelligente"

Fonte: Salvatore Dare da Metropolis

Vico Equense - Rischia la sfiducia perché buona parte della maggioranza non intende votare il bilancio e l’altro giorno solo la «fuga» dal consiglio comunale dei consiglieri l’ha salvato dai titoli di coda. Ma Gennaro Cinque, nonostante il momento delicato, resta fiducioso. Anche se non esita a bacchettare tutti: «Non capisco perché sia spuntata questa crisi - dice il sindaco di Vico Equense -. Commetto errori tutti i giorni e sono a disposizione dei consiglieri di maggioranza per discutere dei problemi e trovare intese per risolverli. Ma staccare la spina a quest’amministrazione non sarebbe una cosa intelligente. Soprattutto adesso». Ci sono in particolare i «dissidenti» a creare qualche grattacapo al primo cittadino di Forza Italia. Non sono d’accordo sul bilancio e offrono sponde importanti all’opposizione pronta a trovare i numeri giusti per spedire a casa anzitempo la giunta. Cinque resta impassibile al di là di un destino che, in parte, sembra segnato. «Sono amareggiato - spiega -, anche perché questi malumori sono sorti in consiglio. Nessuno mi ha detto prima di avere delle perplessità sull’operato dell’amministrazione e, in particolare, sul bilancio. Avrei preferito un confronto, duro e diretto, con chi ora si sta defilando. Ho fiducia nel senso di responsabilità dei consiglieri. In ogni caso, davvero sono senza parole. Visto lo stato dell’arte e la grave fase di crisi economica sarebbe da irresponsabili portare un Comune al commissariamento. Sia chiaro, non faccio né farò mai sceneggiate». Trattative in corso per ricomporre la frattura all’interno della squadra di Cinque. E su cui il sindaco non si sbilancia. «Sono un uomo, non un robot. Quindi gli errori ci sono stati e sarei presuntuoso se dicessi che sono perfetto. Lo dico a chiare lettere: mi metto in discussione per il bene della città a patto che ci sia trasparenza e chiarezza su questi mal di pancia di cui si parla in strada e non in municipio. Io dalle 18 alle 24 di ogni giorno sto in Comune. Dico ai miei consiglieri: venite qui, parliamo tranquillamente degli intoppi e delle soluzioni. Oppure organizziamo una pizza, una cena. Niente di particolare, solo nell’interesse del paese. Non faccio il finto tonto, so che qualcosa non va e voglio risolverla per Vico Equense. Mi facessero anche una schifezza. La rabbia è dettata anche dal fatto che stiamo ottenendo finanziamenti da enti sovracomunali per il rilancio della città e un commissariamento sarebbe davvero indicibile sotto il profilo politico».

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