Fonte: Antonino Pane da Il Mattino
Sorrento - Vie del mare cancellate, treni che fanno paura, strada di accesso – l’unica – paralizzata: l’isola di Sorrento prende sempre più forma. La più grande azienda turistica dell’Italia meridionale costretta a subire le penalizzazioni di un’isola senza avere i benefici dell’isola. L’analisi dell’ex assessore regionale ai trasporti, Ennio Cascetta, sul Mattino di ieri ha messo in luce proprio questo, il continuo decadimento dei servizi pubblici da e verso la penisola sorrentina amplificati, come di più non si poteva, dalla nuova galleria-variante della Statale 145 Sorrentina che ora dopo ora mette sempre più in evidenza la miopia di chi ha voluto completare un’opera, progettata trent’anni fa, senza prevedere gli adeguamenti tecnici e funzionali per renderla adatta alle accresciute esigenze di mobilità della penisola sorrentina.
La variante di Vico Equense, in buona sostanza, non solo non tiene conto degli accresciuti volumi di traffico, non considera che la Circumvesuviana è diventata una ferrovia da evitare; non valuta che le vie del mare sono diventate residuali. E così quelle che dovevano essere le alternative alla Sorrentina sono diventate le aggravanti in una sorta di circolo vizioso che ha provocato solo guai: potenziare le vie del mare? Ma c’è il treno e la strada; la Circumvesuviana muore? Ma ci sono gli aliscafi. La Sorrentina paralizzata? Ma ci sono i treni e gli aliscafi. Una sorta di scaricabarile i cui risultati oggi sono sotto gli occhi di tutti.
L’errore più clamoroso si è rivelato sicuramente quello di considerare le vie del mare, e in particolare i collegamenti tra Sorrento e Napoli, come servizio residuale, cioè un servizio effettuato senza nessun obbligo da parte delle compagnie. Insomma orari affidati al tornaconto economico della società che gestisce il collegamento obbedendo alla filosofia di fondo: “Tanto c’è il treno e la strada”.
L’aumento del costo del carburante, l’abolizione degli sgravi fiscali sui dipendenti hanno indotto gli armatori a tagliare; e da dove sono iniziati i tagli? Dai servizi residuali, naturalmente. E così dalle otto coppie di corse estive tra Napoli e Sorrento siamo arrivati alle sei coppie di corse con il paradosso che sono state abolite quelle che erano più adatte al servizio vacanziero: le partenze da Sorrento alle 18:40 e alle 20:10 e quelle da Napoli delle 19:30 e 21. Naturalmente la scelta non è stata imposta dal mercato, ma dalla necessità di risparmiare: abolendo queste corse, infatti, la linea Napoli-Sorrento, di fatto, impiega un solo equipaggio che inizia a lavorare alle 7,30 del mattino. Prima, invece, su questa linea c’era un doppio equipaggio e, naturalmente, più corse. E così sono rimaste, praticamente, le corse per i pendolari fatte coincidere, per lo più, con orari necessari per far arrivare a Napoli quegli aliscafi, impegnati sulla rotta Sorrento-Capri, che hanno necessità di rifornirsi di carburante.
Un servizio residuale, dunque, interpretato proprio come dice la parola stessa, in maniera resi- duale. E in questa ottica, naturalmente, si sono perse addirittura le tracce di quelle corse notturne «inventate» per togliere dalla Sorrentina i giovani che, sempre più numerosi, affollano la costiera solo per andare nelle discoteche. Incidenti, alcool, genitori preoccupati: l’avvio delle corse notturne era sembrato il via libero definitivo ad un collegamento via mare al passo con i tempi. Una pia illusione.
Altra scelta assolutamente scellerata per quanto riguarda i volumi di traffico sulla Sorrentina è l’abolizione del Metrò del Mare. Collegamenti veloci, finanziati dalla Regione, che da Napoli e dai grandi centri vesuviani raggiungevano Seiano, Piano di Sorrento, Sorrento e la costiera. Lapidario l’ultimo presidente di Metròmare, Raffaele Aiello: «Avevamo immaginato un potenziamento di questi collegamenti creando anche a terra servizi di accoglienza in modo da poter agevolare gli spostamenti e rendere agevole le manovre dei mezzi veloci lungo tutta la costa. La risposta è stata il taglio totale del finanziamento e di conseguenza l’assoluta impossibilità di continuare a garantire il servizio. Ancora oggi – sottolinea – a distanza di due anni continuiamo a ricevere lettere e sollecitazioni da numerosi sindaci che chiedono il ripristino delle corse. Naturalmente le giriamo alla Regione”.
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