Castellammare di Stabia - "L'amministrazione della città di Castellammare di Stabia esprime profondo rammarico e sconcerto
per la decisione del presidente Caldoro e della sua giunta di fuggire dalle proprie responsabilità in
merito al necessario rilancio del Monte Faito". Lo si legge in una nota stampa diffusa dalla
segreteria del sindaco, che prosegue. "Dopo 6 mesi di incontri inutili, seguiti puntualmente da
comunicati stampa trionfalistici dell'assessore Sommese, nel mese di agosto con delibera di Giunta
regionale n. 339 del giorno 8.8.2014 il presidente Caldoro ha approvato "unilateralmente" uno
schema di protocollo d'intesa per trasferire in comodato d'uso il Monte Faito ed il complesso di
immobili presenti sullo stesso ai comuni di Castellammare, Vico Equense e Pimonte accollando
loro le spese di manutenzione. Il comune stabiese in tutte le sedi aveva manifestato la propria
contrarietà a questa scelta irresponsabile che mette seriamente a rischio le possibili prospettive di
rilancio di un asset strategico, come il Faito, per l'economia turistica dell'intero comprensorio".
"Come possono tre Comuni -commentano il Sindaco e gli assessori Corrado ed Auricchio affrontare
le problematiche della riapertura della Funivia, della manutenzione delle aree boschive,
del recupero del patrimonio immobiliare, della sicurezza, del rifacimento di chilometri di strade?
Dove la regione Campania non riesce o non vuole intervenire dovrebbero con la bacchetta magica
intervenire tre Sindaci? Quando non si ha il coraggio di affrontare le questioni politiche che
riguardano pezzi di territorio e comunità di cittadini si convocano i tavoli tecnici, si perde tempo,
con un gioco di puro illusionismo si simula un impegno concreto per la risoluzione del problema,
per poi arrivare a partorire soluzioni inaccettabili."
"In questo quadro - prosegue la nota - si inserisce l'altra presa in giro relativa alla funivia del monte
Faito, questi i fatti: l'assessore regionale Vetrella, nel 2013 chiude l'impianto ed annuncia lo
smantellamento dello stesso;
dopo qualche mese interviene il suo collega di giunta, l'assessore
Sommese, convocando un tavolo istituzionale con i comuni di
Castellammare, Vico Equense e Pimonte ed annuncia urbi et orbi la
volontà del suo assessorato di intervenire con proprie risorse per
sostenere i costi di gestione a carico della società regionale Eav.
Dopo quattro mesi si comunica la "scoperta" dell'impossibilita'
economica dell'assessorato al Turismo della regione Campania di
intervenire sui costi di gestione e viene accantonata l'idea di
individuare con procedure ad evidenza pubblica soggetti interessati alla gestione economica della
Funivia, dei boschi e dei complessi immobiliari del Faito".
"E' venuto il momento dell'estrema chiarezza -concludono il Sindaco e gli assessori Corrado ed
Auricchio- la Regione Campania e la Provincia di Napoli, proprietari del Faito, devono assumersi
fino in fondo le proprie responsabilità, non possono certo pensare che il suo rilancio si sostanzi
nello scaricare sul Comune di Castellammare la manutenzione delle aree boschive e nel
coinvolgimento di qualche cooperativa sociale per il recupero degli immobili regionali; su questo
punto l'amministrazione comunale ha sempre sostenuto, in maniera seria, la necessità di
predisporre, nel quadro di un disegno strategico ampio, un bando aperto per ricercare sul mercato
nazionale ed internazionale soggetti privati, esperti del settore, che possano realmente rilanciare con
investimenti consistenti sia la Funivia sia gli immobili di proprietà pubblica. Questa era e rimane la
nostra posizione. Respingiamo al mittente l'offerta "trappola" di concessione in comodato d'uso mai
concordata anzi osteggiata dall'ente comunale e al tempo stesso chiediamo con forza la riapertura
della Funivia e il rilancio del Faito sempre disponibili a dare tutto il nostro contributo d'idee. Su
questi temi si misura la capacità dell'attuale amministrazione regionale di governare il territorio; essa
non può sfuggire dalle proprie responsabilità in piena campagna elettorale" concludo Cuomo,
Corrado e Auricchio.
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