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Armando De Rosa |
Sant'Antimo - Armando De Rosa, già assessore regionale e protagonista della vita politica in Campania negli anni Settanta e Ottanta,
sabato 29 novembre presenta nella sala Consiliare di Sant’Antimo il libro autobiografico “Quarant’anni di politica, le mie ragioni” (Compagnia dei Trovatori Edizioni). Interverrà Ermanno Corsi, giornalista e scrittore, che ha curato il testo, e Flora Beneduce, consigliere regionale e vice presidente della Commissione Affari istituzionali. Porterà il suo saluto anche Francesco Piemonte, sindaco di Sant’Antimo. Sarà presente l'autore Armando De Rosa, che chiuderà l’evento.
Il testo ripercorre la carriera politica di De Rosa, dalla prima elezione nel consiglio comunale del Comune d’origine Villarica – aveva vent’un anni – all’adesione alla corrente della cosiddetta sinistra di base nell’ambito della Democrazia Cristiana, passando per il fondamentale apprendistato presso uno dei grandi leader del tempo e padre riconosciuto della Repubblica: Giovanni Gronchi, poi nominato alla più alta carica dello Stato. De Rosa si sofferma in modo particolare sull’arresto di cui fu vittima nel novembre del 1987 e che di fatto troncò la sua ascesa politica. Era già stato designato dalla Dc come Presidente della Giunta Regionale della Campania. Il libro ripercorre tutte le fasi di quella tormentata vicenda: dall’ordine di custodia cautelare all’iter processuale, ricco di contraddizioni. La vicenda giudiziaria, dopo quattro processi, tutti di volta in volta annullati in appello, si concluse con l’assoluzione.
Il pubblico ministero terminò la sua arringa affermando testualmente: “Questo signore (Armando De Rosa, ndr) è stato fucilato alla schiena da un plotone d’esecuzione”. I retroscena di quella che è stata definita “una truffa giudiziaria” non sono mai stati chiariti del tutto. Certo è che il magistrato di Venezia, Salvarani, bocciato come procuratore capo di Venezia, fu indotto a uscire dalla magistratura cinque anni prima, mentre quello napoletano, qualche anno dopo, in un processo a Salerno, teste d’accusa Armando De Rosa, fu condannato a otto anni di reclusione. De Rosa non manca di illuminare – con la consapevolezza del protagonista – alcuni spaccati della storia politica regionale e nazionale: dal sequestro Moro a quello Cirillo, dal sistema di finanziamento della politica al ruolo della Camorra. Frequenti e interessanti i raffronti tra la classe dirigente del tempo e quella odierna.
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