Piergiorgio Sagristani |
di Piergiorgio Sagristani, Sindaco di Sant’Agnello
Sant’Agnello - Non c’è futuro senza passato. Ed è proprio attraverso qualche cenno legato ai trascorsi della marineria sorrentina che vorrei tracciare il legame profondo che è sempre esistito tra l’istituto nautico ed il nostro territorio. La Penisola sorrentina è stata a lungo un’isola nei suoi tratti geografici e nei collegamenti. Infatti, solo a partire dal 1834 con la costruzione della strada rotabile – oggi statale 145 - si realizza un comodo collegamento viario tra la costiera e il suo più immediato entroterra. Prima di quest’opera il mare ha costituito la strada più semplice e veloce per raggiungere i principali centri del Golfo, a partire dalla Capitale del Regno e poi capoluogo di Regione: Napoli. Ciò ha sedimentato nei secoli, nelle popolazioni locali, un carattere decisamente insulare. La propensione alla navigazione quindi è inscritta nella storia dei nostri territori fin dall’antichità. Sulla base di questi presupposti in età moderna, poi, le spiagge delle marine – Cassano, Alimuri, Equa in particolare - diventano cantieri a cielo aperto dove si costruiscono le imbarcazioni per il commercio dei prodotti tipici locali con Napoli – il più grande mercato di consumo dell’epoca - e con le località costiere del golfo di Salerno per poi allargare il proprio raggio di azione fino a varcare gli oceani. E così con il tempo si forma un ambiente profondamente permeato dalle attività legate alla navigazione ed il territorio sorrentino assume i tratti di un vero e proprio distretto marinaro: oltre ai cantieri navali, società di assicurazioni, casse marittime, professionisti ( notai e giuristi) specializzati nelle questioni di diritto marittimo, luoghi di ritrovo per la gente di mare.
E’ in questo peculiare contesto che nel 1772 viene istituito – consentitemi un pizzico di orgoglio municipale – il primo collegio Nautico nel Comune di S. Agnello presso l’edificio che oggi è occupato dall’Hotel “Cocumella” per poi essere trasferito a Piano di Sorrento. Il rapporto tra istituto Nautico, territorio e mondo del lavoro è stato sempre strettissimo. Oggi parliamo di offerta formativa. Alla fine dell’800 c’erano quattro corsi: per comandanti, macchinisti, costruttori navali e capitecnici. Perché queste erano le mansioni richieste. E fin dall’inizio gli studenti venivano obbligati alla fine dei corsi a fare un viaggio di istruzione sulle rotte oceaniche per apprendere le nuove tecniche di navigazione e le lingue. Una sorta di stage formativo “ante litteram”. Oggi l’istituto di trasporti e logistica marittima “Nino Bixio”, come recitata la nuova dicitura attribuita agli ex istituti Nautici, rappresenta una delle eccellenze nell’offerta formativa ed è parte integrante della cultura e dei saperi espressi dal nostro territorio. L’istituto ha strumentazioni d’avanguardia – l’aula multimediale, l’impianto di simulazione di manovra e radar, l’osservatorio meteorologico - ma soprattutto inserisce la propria preziosissima attività di formazione nell’ambito di una storia gloriosa: quella della marineria sorrentina. Una storia che ha scritto pagine straordinarie ed è stata rappresentata da uomini immensi: costruttori, armatori, capitani, marinai, nati in Penisola sorrentina, e che hanno avuto la capacità di accettare la sfida dei tempi e vincerla. Tre nomi su tutti, senza far torto a nessuno: Giovanni Aprea, Achille Lauro, ed oggi Gianluigi Aponte. Il mio augurio più profondo è che questo istituto, nell’ampliare ed adeguare alla direttive europee la propria mission, continui lungo la strada tracciata e sia ancora di più espressione della storia e della cultura della penisola sorrentina.
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