Fonte: Salvatore Dare da Metropolis
Vico Equense - Seconda sospensione dal servizio per il comandante dei vigili Michele Tatarelli, nuovo ricorso per riottenere il rientro a lavoro e ancora ombre sulla decisione del segretario del Comune, Luigi Salvato, che ha firmato il provvedimento di “proroga” dello stop. Tatarelli fu già destinatario di una sospensione cautelare dal servizio della durata di 5 anni che ha già “scontato”. Ora invece, di anni di stop, ne arrivano altri due. Una decisione, quella di Salvato, legata al coinvolgimento del comandante in alcuni procedimenti penali. Anche se va detto che finora Tatarelli non ha ricevuto condanne passate in giudicato. Prima la prescrizione in appello per abuso d’ufficio e falso circa una concessione edilizia, poi l’archiviazione della Corte dei Conti su alcune inchieste contabili. Poi la richiesta di assoluzione da parte della Procura di Torre Annunziata per il processo sugli autovelox truccati. Tatarelli rivuole il suo posto dal quale è stato allontanato da oltre 5 anni. Ecco spuntare il nuovo ricorso gerarchico al sindaco Gennaro Cinque e agli assessori con cui – assistito dall’avvocato Rossella Costagliola – il comandante chiede l’annullamento del provvedimento bis. Nel merito, vengono evidenziati «vizi di legittimità e di merito con violazione di legge, eccesso di potere e incompetenza». E’ il 2009 quando il segretario, anche nelle vesti di direttore generale dell’ente, complice anche il rinvio a giudizio del comandante, adotta la disposizione di sospensione per Tatarelli che passa anche all’attenzione della giunta che vota una delibera. Al termine dei 5 anni – il tetto massimo previsto – Salvato dispone una “ripetizione” della sospensione pari a 2 anni. Ed è qui che riesplode la bufera. Stando al ricorso, la sospensione è innanzitutto «nulla» perché rispetto al primo provvedimento non c’è una presa d’atto della giunta «individuata come l’unico organo del Comune che può modificare il rapporto di lavoro con il dipendente».
Si fa riferimento a «palesi contrasti» tra il segretario e Tatarelli. «Atto arbitrario, eccessivo e sproporziato» a detta del comandante che giudica la disposizione di Salvato nulla: si sarebbe dovuta esprimere ancora una volta la giunta. Non solo. La sospensione è stata di 5 anni, decorso il termine massimo «è revocata di diritto» quando è stata disposta a causa di un procedimento penale. Ma Salvato dispone altri 2 anni. «E’ la prosecuzione di una sanzione già grave di per sé oltre il limito stabilito della legge» è chiarito nel ricorso. Si fa poi riferimento all’articolo 27 della Costituzione («L’imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva») e all’ipotetico trasferimento di Tatarelli in un altro ufficio che non avrebbe alterato «la regolarità del servizio e il prestigio del Comune» facendo venir meno i requisiti per la sospensione massima che, non sussistendo alcun pericolo, è definita «sproporzionata». Senza dimenticare che nelle indagini preliminari, il gip bocciò la richiesta del pm sulla sospensione e che la ripetizione della sospensione viene applicata nel caso dell’applicazione delle misure cautelari. Ma Tatarelli non è mai stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice delle indagini preliminari.
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