Fonte: Ilenia De Rosa da Il Mattino
Vico Equense - Bocciato il condono per l’edificio dell’ex assessore regionale Armando De Rosa e sua moglie Flora Beneduce, consigliere del Pdl. Si tratta del manufatto costruito nel vallone del rivo d’arco, a Seiano, sulle ceneri dell’ex ristorante «’O Saracino». Il Tar Campania ha dichiarato illegittima la licenza in sanatoria rilasciata dal Comune di Vico Equense e dalla Soprintendenza. Progetto della famiglia De Rosa era quello di realizzare una struttura turistica, a seguito dell’incendio che nell’83 ha distrutto il ristorante. Obiettivo che non potrà più perseguire a seguito della pronuncia del Tar: quel permesso non andava concesso perché la nuova struttura era difforme rispetto all’originaria.
La vicenda risale al 2008, quando il Comune di Vico Equense ha riconosciuto a Flora Beneduce, in qualità di amministratrice della società proprietaria, l’autorizzazione ambientale in sanatoria ai sensi del condono del 1985, per le opere oggetto di istanza, ritenendole conformi al protocollo d’intesa tra Soprintendenza e Regione Campania, facendo propri i pareri espressi dalla commissione per la tutela dei beni ambientali. Il 17 aprile dello stesso anno, però, la Soprintendenza ne ha disposto l’annullamento. Il progetto di completamento è stato definito come «realizzazione di una struttura del tutto differente da quella esistente» e l’organo ministeriale ha rilevato «l’incompatibilità paesaggistica delle strutture esistenti».
De Rosa e i suoi familiari hanno presentato ricorso al Tar e istanza di riesame della domanda di sanatoria alla Soprintendenza, sostenendo di aver riformulato il progetto di completamento e riqualificazione delle opere abusive.
Il cambio di parere è arrivato a maggio del 2011 quando l’ente ministeriale si è pronunciato a favore del condono del ristorante distrutto dall’incendio 28 anni prima. La commissione comunale integrata del Comune nel 2014 ha, pertanto, rilasciato la licenza in sanatoria, con alcune prescrizioni e riduzioni volumetriche. Una vicenda giudiziaria complessa che oggi è a una nuova svolta. Condono e pareri favorevoli espressi da Soprintendenza e commissione del Comune sono stati dichiarati illegittimi. Il Tar ha accolto il ricorso di Pia, residente nelle vicinanze del manufatto di De Rosa, patrocinato dagli avvocati Massimo Loffredo ed Alessandro Lipani. Quando è stata presentata istanza di sanatoria, nel 1986, l’ex Saraceno era già una struttura semicarbonizzata; questa la principale incongruenza riscontrata dai giudici. L’immobile cui è stato concesso il permesso di costruire del 2014 è stato edificato successivamente alla data dell’ottobre 1983, termine ultimo per la realizzazione dei manufatti da condonare ai sensi della sanatoria del 1985. Adesso il Comune potrebbe procedere con un’ordinanza di demolizione. Intanto la famiglia De Rosa può ricorrere al Consiglio di Stato per cercare una rivincita. «Andremo avanti con serenità – afferma Flora Beneduce – perché siamo convinti che la giustizia farà il suo corso. Abbiamo avuto tutti i permessi per costruire, nel rispetto delle norme. Bisogna sottolineare, inoltre, che il progetto prevede una struttura di volume pari quasi alla metà di quella precedente». L’edificio si trova a poche centinaia di metri dal mare, immerso nel verde del vallone di Seiano. «Esiste un accanimento contro di noi – continua Beneduce – che va anche contro gli interessi della collettività. E’ nostra intenzione realizzare una struttura turistica in una città dove gli alberghi e i complessi destinati al turismo scarseggiano rispetto agli altri paesi della penisola. Per non parlare dei posti di lavoro che si creerebbero. Ad ogni modo noi siamo sereni, perché si tratta di un edificio costruito su un terreno di nostra proprietà a differenza di altri esistenti nel territorio che sono realizzati su aree demaniali».
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