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mercoledì 25 marzo 2015

Dall`ecomostro ai pini di Aleppo torna la bellezza

Fonte: Ciriaco M. Viggiano da Il Mattino 

Meta - Otto esemplari di pino d'Aleppo al posto di 18mila metri cubi di cemento: nella penisola sorrentina assassinata dall'abusivismo edilizio la rinaturalizzazione della cava di Alimuri celebra il trionfo del verde sul mattone selvaggio. Conclusa la fase di rimozione dei detriti dell'ecomostro, i tecnici del Comune di Vico Equense e gli esperti del Wwf penisola sorrentina hanno piantato otto pini d'Aleppo a breve distanza dal mare e dallo scoglio del Cavaliere. Proprio dove, fino alle 13.48 del 30 novembre scorso, si stagliava una delle costruzioni più brutte e fatiscenti d'Italia. Della rinaturalizzazione della zona di Alimuri si era discusso per la prima volta m sede di conferenza dei servizi. In quell'occasione Antonio Elefante, assessore ai Lavori pubblici di Vico Equense e principale artefice dell'abbattimento dell'ecomostro, aveva ipotizzato la piantumazione di essenze autoctone con due obiettivi: favorire la rinascita dell'area e lasciare un segno dopo la demolizione-show del 30 novembre. Successivamente gli esperti del Wwf avevano effettuato un sopralluogo e uno screening delle specie della macchia mediterranea presenti nella zona. A dispetto di siccità, esposizione al vento, salsedine, moto ondoso, scarso substrato in rocce, calcinacci e di tutte le altre condizioni avverse, gli ambientalisti aveva riscontrato la presenza di decine di arbusti ed erbe: non solo mirto, alaterno, lentisco, ginestra, euforbia, cineraria, rosmarino, alisso, ma anche alberi quali orniello, fico e robinia.
 
La rinaturalizzazione era stata sostenuta anche dal sindaco di Meta Giuseppe Tito che, proprio all'indomani dell'abbattimento dell'ecomostro, aveva escluso l'ipotesi di uno stabilimento balneare o di una nuova costruzione nella zona di Alimuri. «Al posto dell'ecomostro troverà spazio un'area naturalistica di pregio aveva annunciato il primo cittadino un Piano urbanistico della penisola sorrentina assoggetta la baia a vincolo di inedificabilità assoluta. Una volta rimosse le macerie, si potrà solo bonificare il costone e sistemare l'area a verde. Sarà un luogo bello da vedere sia da mare che da terra». Il progetto era slittato a causa del maltempo che ha rallentato la rimozione dei detriti e dei rifiuti. Il ritardo aveva costretto il Comune di Meta ad autorizzare il passaggio degli operai e dei camion nella cava di Alimuri fino al 29 marzo. Alla fine, con l'arrivo della primavera e la definitiva rimozione dei detriti, il Comune di Vico Equense e il WWf hanno mantenuto le promesse. «L'inserimento nella cava di alcune essenze autoctone è un doveroso contributo dell'uomo alla natura - sottolinea il leader degli ambientalisti sorrentini Claudio d'Esposito - Per una volta gli alberi fanno la loro comparsa al posto del cemento. Ora che sono state rimosse tonnellate di calcinacci e rifiuti, la natura continuerà la sua opera autonomamente». Non è un caso, quindi, che il Wwf abbia voluto organizzare l'edizione 2015 dell'Earth Hour proprio a due passi dalla baia di Alimuri. Sabato prossimo tutte le luci artificiali sul pianeta si spegneranno per un'ora, dalle 20.30 alle 21.30, dal Pacifico alle coste dell'Atlantico. Obiettivo? Sostenere il cambiamento climatico attraverso la riduzione dell'anidride carbonica nell'atmosfera e la riforestazione di città e regioni. La penisola sorrentina celebrerà questo appuntamento a Meta, sul belvedere di piazza Scarpati. Proprio dove, fino a pochi mesi, si poteva osservare una delle baie più suggestive della Campania, sfregiata dallo scheletro di cemento dell' ecomostro di Alimuri.

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