Vincenzo De Luca |
Dopo le elezioni è indispensabile uno sguardo retrospettivo per capire quel che è avvenuto e perché, ma diventa fatalmente più urgente uno sguardo prospettico per capire «dove si va» dopo la prova elettorale con l'azione delle nuove o confermate amministrazioni: un «dove si va» che non sempre (e lo si sa) risponde alle indicazioni dei risultati elettorali. In Campania il «dove si va» è problematico data l'incertezza sulla posizione di De Luca. Il problema trova discordi in diritto anche i più autorevoli competenti. Figuriamoci in politica. Proprio, però, sul piano politico qualcosa, almeno, dev'essere chiaro e condiviso, e cioè la convenienza per tutti che il caso si risolva rapidamente. D neoeletto ha tutto il diritto di sapere se e come si deve avviare al suo difficile compito; e questo suo interesse specifico e personale coincide del tutto con l'interesse generale della comunità campana. Lasciarlo insediare, nominare una giunta e avviare un'attività di governo di qualche rilievo, e poi sottrarlo a un tale lavoro ha ben poco senso, e certo è dannoso per tutti. Pensare, poi, a una direzione ombra della Regione da parte di De Luca, destituito dopo di aver formato una squadra a lui tanto legata da lasciarlo fare il presidente senza veste ufficiale, è molto offensivo per De Luca, costretto a un dubbio ruolo clandestino, per la squadra che da lui dipenderebbe e, soprattutto, per le istituzioni e per la loro credibilità.
Si sa che De Luca ha grandi ambizioni e progetti: e questo non è male in partenza. Si fanno nomi interessanti per le personalità di cui si avvarrebbe. Egli ha promesso 20.000 nuovi posti di lavoro (oltre, è ovvio, quelli dovuti al Jobs Act o alla spontanea ripresa in atto anche per l’ISTAT nel mercato del lavoro). Renzi, poi, ha dichiarato che il governo De Luca in Campania vale un punto in più del PEL nazionale. Noi speriamo pure che egli dedichi un'attenzione particolare al paesaggio e ai beni culturali (anche in rapporto al turismo). Soprattutto poi ci sembra da auspicare un'azione concreta per il rapporto fra Napoli e il resto della regione e per la funzione generale di Napoli nella regione e al di là di essa, nonché della regione stessa verso l'esterno vicino e lontano: temi che in campagna elettorale si sono visti presenti a De Luca. Come si potranno, però, seriamente affrontare questi e altri problemi nell'incertezza sulla sua sorte amministrativa? È chiaro insomma che, comunque, chi ha la responsabilità in materia ha anche il dovere sia di non lasciar marcire aspettative, impegni e prospettive di un'intera regione tenendone a bagnomaria il governo, sia di lasciare a De Luca la possibilità di difendere contro un'eventuale contestazione il suo diritto di neo-eletto, anche se i suoi modi e le sicurezze ostentate a questo riguardo non possono essere sempre accettati ne nei toni ne nel merito.
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