Antonio Di Martino |
Vico Equense - Il 23 luglio scorso su convocazione del commissario Giuseppe Guida, si è riunita la Comunità del Parco, ovvero l’assemblea dei rappresentanti dei comuni e degli enti costituenti il Parco dei Monti Lattari. All’ordine del giorno bilancio consuntivo 2014 e previsionale 2015 ed inoltre la cosa più importante, la discussione sulla relazione al preliminare del cosiddetto Piano del Parco, ovvero lo strumento programmatorio strategico del territorio protetto dei Monti Lattari, oramai atteso da quasi 10 anni. L’incarico della redazione del preliminare, e poi del piano vero e proprio, è stato dato al professor Guido Riano autorevole ed esperto urbanista. Il professor Riano era presente all’assemblea e ha ampiamente illustrato le linee guida preliminari a tutti i rappresentanti dei 18 enti presenti sui 27 costituenti la Comunità del Parco. Alla fine, dopo numerosi interventi, le linee guida sono state oggetto di favorevole parere alla unanimità. In effetti sia per le proposte di bilancio che anche per le linee guida del preliminare, datosi il commissariamento dell’Ente Parco, alla assemblea era soltanto richiesto un parere, in quanto esiste al momento un solo organo monocratico rappresentato dal ex Presidente storico del parco Giuseppe Guida.
Come sempre in questi anni era presente per Vico Equense Antonio di Martino delegato per le faccende del Monte Faito e per la vita partecipativa del Parco dei Lattari. “Sono soddisfatto per questo importante, ancorché primissimo traguardo, di un aspettato oramai quasi antico come quello del piano strategico del Parco ove, necessariamente, deve trovare soluzione la “vexata questio” del Monte Faito e del suo rilancio. Questione che ha visto attivissimo Vico Equense e soprattutto Gennaro Cinque ma anche il sottoscritto in uno con la Amministrazione e la maggioranza politica che la sostiene in Vico. Dunque una buona notizia, anche se in divenire, infatti dopo aver definito le linee guide di questo strumento pianificatorio sovracomunale, entro l’anno si dovranno attivare i necessari momenti di ascolto con i cittadini e con le amministrazioni coinvolte per quello che poi rappresenterà il vero e proprio Piano in cui indicare e programmare il giusto equilibrio tra conservazione del patrimonio ambientale e paesaggistico e la necessità assoluta di nuovo sviluppo sostenibile, soprattutto per le zone abitate del Parco. Da noi il Monte Faito in primis e poi alcune vaste zone pedemontane e collinari come Santa Maria del Castello, Moiano e Arola. Devo dire che la relazione preliminare illustrata dal prof Guido Riano, per noi di Vico Equense, non è stata certamente una novità: in quanto in maggio scorso proprio su richiesta di Gennaro Cinque mi sono preoccupato di organizzare una prima conferenza in cui erano presenti l’Amministrazione, consiglieri di maggioranza, uffici comunali e presidenza del Parco. In tale occasione si discusse a fondo delle insoddisfazioni, dei problemi e delle possibili soluzioni per il territorio del comune inserito nel Parco e furono consegnate al professor Riano le indicazioni relative del redigendo PUC comunale fornite da Benedetto Migliaccio. Indicazioni positivamente recepite e organiche nel preliminare. Pertanto grande soddisfazione per chi da sempre insegue le positività di essere nel Parco, anche quando queste positività sembrano, invero, troppo ben nascoste. Di grande rilevanza la indicazione dei cosiddetti centri del Parco, tali poli di riferimento territoriali saranno veri e propri “core” per l’accoglienza, l’organizzazione, e la fruizione delle risorse del Parco. I poli saranno in numero solo di tre: Monte Faito per il versante Napoletano e la costiera sorrentina; Agerola per la parte centrale; e Tramonti per il versante Nocerino Sarnese e costiera amalfitana. Tali poli, tra l’altro, realizzeranno la “rete delle meraviglie” che sarà un potente motore di attrazione turistica ecocompatibile e sostenibile. Ma la cosa che ci ha convinto di più è l’approccio generale alla programmazione, che è bene ricordarlo vale solo ed esclusivamente per le zone di territorio inserite nel Parco e non altre. Ovvero: la scelta di pensare solo a interventi che siano finanziabili e non “inventarsi” cose cervellotiche lontane dalla reale fattibilità; l’approccio in progress e non disgiunto dalla realtà paesaggistica, ambientale e antropica esistente; la ricerca di sviluppo e occasioni di crescita economica sostenibile che renda amichevole e partecipativa la protezione “dal basso” dell’ambiente, evitando il sentore di mera e fredda imposizione aumentando occasioni di accoglienza e di incoming ; e anche la previsione di rimodulare il perimetro del Parco per renderlo coerente con zone SIC, ZPS della rete Natura 2000 creando zone cuscinetto (“buffer”) senza aumentare la superfice vincolata e protetta. A latere una nota di perplessità che esula da tutto, è circolata voce che il comune di Castellammare di Stabia abbia perso il finanziamento per la sistemazione della strada Giusso ex privata, se vero è una brutta faccenda che rimanderà di molto la riapertura di questa strada tanto importante per il Faito.
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