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sabato 31 ottobre 2015
Riportiamo le spoglie di Monsignor Natale a Vico Equense
Vico Equense - “Lassatemillu manià; nu vescuvu mpisu nun è ccosa ‘e tutt’e juorne”.
Furono queste parole ad accompagnare il boia Tommaso Paradiso (detto Tommaso delle Vicinanze) di Monteforte Irpino, a morte avvenuta, di Monsignor Michele Natale in Piazza Mercato nel 1799. Il prelato fu una vittima illustre della reazione borbonica alla caduta della Repubblica Napoletana, era nato a Casapulla, oggi in provincia di Caserta, il 23 agosto 1751; ordinato sacerdote il 23 dicembre 1775, era stato nominato Vescovo di Vico Equense il 12 settembre 1797. Dopo aver aderito alla Repubblica Napoletana del 1799, era stato arrestato e segregato nel carcere della Vicaria di Napoli il 1° agosto quando la Repubblica era caduta; condannato a morte da parte della Giunta di Stato, il 19 agosto era stato “sconsacrato”e il 20 agosto 1799 era stato ucciso mediante la forca, e non con la scure, riservata, invece, ai nobili nella stessa tragica giornata. La maledizione fino alla settima generazione lanciata sul nostro paese dal vescovo giacobino scoperto per colpa di un vicano, è stata oggetto di uno scambio di vedute, tra il Sindaco di Vico Equense Benedetto Migliaccio e l’imprenditore Sergio Puttini. Al centro dello scambio di idee, la questione delle spoglie del prelato che dopo l’impiccagione ebbe sepoltura ed esequie nella chiesa del Carmine a Napoli. La storia del passato, con le sue vicende e i suoi personaggi, è un’immensa eredità, di cui si deve necessariamente tener conto per affrontare bene il presente e organizzare meglio il futuro. Alla luce di questo principio e dalle riflessioni scaturite da questo colloquio, è nata l’idea di intraprendere l'iter per riportare le spoglie di Monsignor Natale a Vico Equense, un Vescovo “uomo di Dio, pastore di anime, difensore della Religione, della verità, della giustizia e della libertà, servitore del popolo, patriota, martire ed eroe”.
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