di Franco Matrone, Zero Waste/Rifiuti Zero Italy
Tre notizie importanti, passate nell’indifferenza dei più, ma fortemente motivanti l’impegno sui territori per la battaglia contro l’inquinamento e per le bonifiche.
La prima ancora in fase propedeutica sta definendo, al PE, i valori sulle soglie nazionali di inquinanti ambientali catalogati cocancerogeni da IARC.
Se passa si apre un’autostrada per ricorsi contro industrie insalubri (leggi inceneritori, cementifici e fonderie) dedite al superamento dei valori di emissione.
Anidride solforosa, ossido di zolfo e in particolare le Pm 2,5 sotto la lente di ingrandimento dei rilevatori per valutare sforamenti (all’odg per quel che riguarda Acerra) che rendono l’aria potenzialmente rischiosa per la salute di uomini e animali.
A rischio ovviamente anche il comparto agricolo, in quanto ammoniaca e metano, altri contaminanti ambientali tossici normati dalla legislazione, sono quasi esclusivamente di pertinenza dell’utilizzo incontrollato ed eccessivo di pesticidi e diserbanti e concimi nel comparto agroalimentare.
La seconda notizia, anche questa sul tema della tutela della salute, fa riferimento alla riperimetrazione delle aree marine contaminate ricadenti nei SIN ( siti di interesse nazionale). Con procedure semplificative di dubbia utilità, ma con parametri di riferimento certi e definiti.
Ora in Campania i SIN solo solo 2 e ricoprenti aree marine di notevole superficie che alla luce del decreto di Governo vanno ricalibrate.
Ma nulla questio che è anche l’occasione per riprendere il progetto, già condiviso dal precedente Ministro dell’Ambiente Orlando e confermato in corso di campagna elettorale dell’attuale Presidente della Campania De Luca, di riportare gli attuali SIR nella pianificazione nazionale.
Occorre istituire da subito subito un tavolo tecnico per non perdere l’occasione e per ridefinire una strategia che faccia affluire risorse certe e consistenti per avviare i piani di messa in sicurezza e la dove è possibile bonificare tali aree contaminate ai sensi della L.R. 20 e della L.6 #terradeifuochi.
Senza perdere ulteriore tempo visti i 90 gg. utili.
Infine la terza riguarda l’approvazione del DL sugli standard di qualità per il monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee. Ancor piu per quelle ricadenti in aree protette (come nelle aree dei Parchi).
L’adeguamento alla norma EU aggiorna anche il numero delle sostanze ritenute pericolose definendo i criteri con cui operare il monitoraggio a tutela della salute.
Un passo avanti importante proprio per il significato di normare, finalmente come in tutta Europa, una matrice ambientale che in Campania, alla luce delle continue inchieste della magistratura, ha suscitato grande allarme nella popolazione della terra dei fuochi come in quelle vesuviane.
Monitoraggio di pozzi, piezometri e falde che servirà a definire il grado di inquinamento dell’intero territorio campano.
C’è né per definire da subito un crono programma di monitoraggio ambientale di tutte le componenti e matrici ambientali e definire il rischio a cui sono sottoposti gli abitanti dei territori sede di contaminazione accertata o presunta (vale sempre il principio di precauzione).
Senza proclami e senza fughe in avanti nel dare per definitivi risultati approssimativi e parziali che non tengono conto del work in progress delle inchieste.
Ma sopratutto tenendo conto dell’importanza che in questi anni ha svolto la società civile, da sola e spesso nella totale indifferenza della politica, che l’Europa contempla prioritariamente nell’applicazione della convenzione di Aarhus e dell’agenda 21.
Elementi cardini per la compartecipazione e condivisione di strategie e di risultati.
Altrimenti il ricorso all’Europa è, per movimenti ed associazioni, la strada obbligata.
E le relative sanzioni, in itinere e in nuce, certe.
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